cronaca

I favori ai presunti affiliati e amici delle cosche fatti "per spirito caritatevole"
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E' durato cinque ore l' interrogatorio di Gabriella Mondello, ex deputata dell'Udc ed ex sindaco di Lavagna ai domiciliari per l'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in comune, davanti al pm della Dda di Genova Alberto Lari. Mondello, difesa dall'avvocato Mario Scopesi, ha ribadito quanto già detto all'indomani del provvedimento di custodia cautelare davanti al gip approfondendo i singoli argomenti.

Ha spiegato di non sapere che Paolo Nucera, arrestato insieme ai fratelli Antonio e Francesco e ad altri due presunti boss, Antonio e Francesco Antonio Rodà, fosse un presunto affiliato. "Sapevo che aveva avuto qualche precedente, ma che era stato scarcerato. Per me era un gran lavoratore che stava sempre dietro ai fornelli" ha detto Mondello al pm.

I favori fatti ai presunti affiliati e amici delle cosche "erano solo per mio spirito caritatevole. Ho sempre aiutato tutti, sempre". Difende l'ex assessore regionale Giovanni Boitano (indagato) e dice che lui "è una brava persona che stava alla larga dalle persone che chiedevano favori, al contrario di me". Infine ha anche parlato delle primarie del Pd e del suo sostegno da dietro le quinte per la candidata di allora, e attuale capogruppo Pd in Regione, Raffaella Paita. "Mi adoperai, mi interessai perché politicamente era meglio se vinceva lei".

Secondo le indagini della squadra mobile di Genova e dello Sco, l'ex parlamentare avrebbe fatto ottenere l'appoggio elettorale al sindaco Giuseppe Sanguineti (anche lui ai domiciliari) dai presunti boss di Lavagna in cambio di favori per la gestione dei rifiuti e per gli ombrellai abusivi del lungomare di Lavagna.