cronaca

In risposta alle proteste dei sindaci e dell'assessore Viale
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Dopo le proteste dei sindaci italiani e le richieste dell'assessore ligure Sonia Viale, il ministro dell'interno Angelino Alfano annuncia un nuovo piano di accoglienza per i migranti. Allo studio c'è una ripartizione più equa (si parla di due o tre persone ogni mille abitanti) e aiuti finanziari mirati ai Comuni. 

L'intervento, ancora da definire nei dettagli, è una risposta ai malumori sorti nelle ultime settimane in varie parti d'Italia, soprattutto in Liguria e a Ventimiglia, dove la situazione è critica ormai da un mese. Al vaglio del Governo c'è un allentamento del patto di stabilità che consenta ai Comuni di favorire l'accesso allo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, attivabile solo su base volontaria. 

Il punto chiave sarà una diversa distribuzione sul territorio, nell'ordine di 2-3 migranti ogni 1000 abitanti. Questo dovrebbe sgravare le grandi città che lamentano una crescita del degrado, puntando a coinvolgere i piccoli centri. Una strategia che, però, potrebbe al contrario aumentare il malcontento dei sindaci. Basti ricordare il caso di Carcare, dove il sindaco ha vietato il soggiorno agli stranieri privi di certificato medico, accusando il Governo di non saper gestire l'accoglienza.

D'altra parte, il piano dovrebbe articolarsi anche con misure di tipo economico. Come incentivo all'accoglienza, i Comuni aderenti allo Sprar potranno fare nuove assunzioni in deroga al divieto imposto dalla legge di stabilità, ma solo per figure da impiegare in progetti di assistenza a migranti e richiedenti asilo. 

Infine, più soldi ai Comuni e meno ai migranti: 50 centesimi giornalieri a persona per fronteggiare le spese generali, sottraendoli ai 2,50 del cosidetto 'argent de poche'. Si tratterà in sostanza di contributi a fondo perduto, mentre finora venivano elargite solo somme ad hoc con l'obbligo della rendicontazione. 

LE REAZIONI

Giovanni Toti -
Il presidente della Regione pone l'accento sull'identificazione totale, che deve essere "la priorità strategica per dare sicurezza ai cittadini. Non possiamo permetterci di avere persone che arrivano da paesi fuori dall'Ue che girano nel nostro Paese senza essere fotosegnalati e identificati tramite impronte digitali. Le Regioni ci sono a patto che il Governo si assuma le sue responsabilità, cosa che fino a oggi non è avvenuta, sia sui numeri che sulle identificazioni, molto importanti in un momento di grave preoccupazione dopo i fatti di Nizza. Se ciò avverrà la nostra disponibilità c'è come c'è sempre stata. Le Regioni non sono egoiste e irrazionali. Siamo pronti a ragionare di tutto a fronte di un piano del Governo condiviso con gli enti locali, che si caricano il sistema dell'accoglienza, a fronte di politiche serie, convincenti e credibili per il contenimento degli ingressi e l'identificazione di chi entra".

Edoardo Rixi - L'assessore regionale, esponente della Lega Nord, è scettico: “Non c'è un vero piano, nel senso che Alfano ha una visione miope, purtroppo condivisa da molti Paesi europei. Non si può pensare di risolvere il problema accogliendo i profughi, bisogna ristabilire ordine in Africa. Società che ci lucrano, una di queste sta dietro all'Isis”.

Edoardo Benifei - "Più che rilanciare su un'idea securitaria Alfano deve risolvere problemi concreti. La situazione a Ventimiglia è ancora difficilissima, il governo non ha fatto abbastanza, soprattutto Alfano, e la stessa Regione latita. L'amministrazione di centrosinistra coraggiosamente guidata da Enrico Ioculano, è stata lasciata da sola", dice l'europarlamentare Pd.