Varo definitivo della riforma dei porti da parte del Governo. La riforma, attesa dal 1994, prevede gli accorpamenti delle Autorità portuali, che da 24 scenderanno a 15.
Ora c'è l'ok del consiglio dei ministri arrivato nella prima serata.
Per la Liguria questo significa soprattutto fusione tra Genova e Savona e tra La Spezia e Marina di Carrara. Fusioni che, a fronte di alcune resistenze, hanno ricevuto il plauso ad esempio del senatore ligure Maurizio Rossi, che ha seguito passo passo l'evoluzione dell'intera riforma.
Il decreto nasce da un percorso che ha visto una prima approvazione nel Consiglio dei ministri del 21 gennaio 2016 e successivi pareri della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato, nonché delle Commissioni preposte di Camera e Senato. La riforma si occupa anche di dragaggi (con una normativa più in linea con i criteri europei e, dunque, più morbida di quella attuale) e di procedure amministrative e doganali (con l'istituzione di due sportelli unici, uno per le pratiche amministrative e l'altro per i controlli).
Il tassello finale sarà il regolamento per le concessioni. Sul tema si è battuto lo stesso senatore Rossi, che negli scorsi mesi aveva anche chiesto sul tema, nel quale venne ribadito l'obbligo di gara sia per l'affidamento originario della concessione che per il suo rinnovo, oltre che il ruolo preminente svolto dall'evidenza pubblica nei principi dell'Unione Europea. Tesi suffragata anche dai pareri autorevoli del Consiglio di Stato.
Tornando alla riforma, il via libera del Consiglio dei Ministri permette di avviare i tavoli di confronto tra le Regioni e Delrio per le nomine dei presidenti delle nuove Autorità di sistema. E, chissà, tra qualche giorno potremmo magari avere già il nome del nuovo presidente del porto di Genova. Alla fine dovrebbe spuntarla un manager poco legato alla politica, che potrebbe subentrare intanto come commissario al posto dell'Ammiraglio Pettorino per poi guadagnarsi i galloni di presidente entro settembre.
DELRIO: "SEMPLIFICAZIONE DELLA GOVERNANCE" - Il decreto legislativo sul sistema portuale introduce "una semplificazione della governance dei porti: dai 57 porti di interesse nazionale si passa a 15 autorita' portuali". Lo dice il ministro Graziano Delrio, in cofnerenza stampa dopo il cdm. "Il cda del porto viene ridotto a poche unita', 3 o 5 unità, rispetto ai 22 membri dei comitati portuali che determinavano conflitti di interesse, perche' tutti erano seduti a quei tavoli. Soprattutto si crea, sul modello dei porti nordeuropei, un cda con ampia facolta' di decisione. Viene sottolineata una forte centralizzazione del coordinamento". "L'agenzia delle dogane nei porti assume anche tutti gli altri provvedimenti amministrativi, con lo sportello unico dei controlli, piu' facilita' per le imprese e per i nostri porti di diventare motori dello sviluppo economico".
FEDERAGENTI: "ORA I PRESIDENTI" - "Il primo passo è stato compiuto, ma ora le scelte dei nuovi presidenti dovranno essere coerenti con l'attribuzione di grandi poteri a questa figura dalla cui capacità professionale deriverà una importante percentuale del successo futuro del porto e del sistema logistico che sul porto insiste. E auspichiamo che queste scelte possano essere anticipate già nel momento di nomina dei commissari". Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti, la federazione nazionale degli agenti marittimi, commenta con soddisfazione l'approvazione del decreto che dà il via alla riforma dei porti, ma chiede un'accelerazione sulla nomina dei presidenti delle nascenti autorità di sistema portuale, preoccupato da un possibile prolungamento dei commissariamenti delle 'vecchie' Autorità portuali che potrebbe generare "situazioni di stallo operativo e decisionale".
porti e logistica
Riforma dei porti, il Consiglio dei Ministri vara la rivoluzione dopo oltre vent'anni
Verso la fusione Genova-Savona e Spezia-Carrara
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