cronaca

In Calata Vignoso è allarme igiene e sicurezza
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 Rifiuti, fornelli, droga, escrementi, preservativi, perfino un carrello della spesa. Ecco a voi Calata Vignoso, in zona Darsena a Genova, dove 40 pescatori provano a lavorare fianco a fianco con ospiti indesiderati che tutte le notti prendono possesso della banchina, indisturbati nonostante le numerose denunce. Una protesta che esplode dopo anni di disagi. La pazienza è finita. Perché avanti di questo passo, si rischia di chiudere.

“Ho paura a pescare di notte. Sono costretto a dormire in barca e uscire al mattino. Ho perso un intera stagione, ho una famiglia da mantenere”, racconta Roberto Mammoliti, uno degli operatori che ormeggiano qui i loro pescherecci. “Per non parlare dei danni alle imbarcazioni”, aggiunge Roberto Moggia che negli ultimi giorni si è fatto carico di ripulire la parte della banchina verso Ponente. Un problema di igiene, ma anche di sicurezza. Nei mesi passati si sono verificate anche aggressioni. 

La protesta organizzata da Coldiretti Impresa Pesca Liguria giunge dopo mesi di chiamate e segnalazioni a Comune e forze dell'ordine. Tutto inutile. “Non ne possiamo più – sbotta Daniela Borriello di Coldiretti – chiediamo almeno una task force per impedire a queste persone di fare qui i loro comodi. Ma bisogna muoversi subito, perché in queste condizioni si chiude”. Il tutto, ovviamente, in piena zona turistica, su una passeggiata che conduce al Porto Antico.

Eva Orecchia è la commerciante che tutte le mattine apre il vicino mercato del pesce “Campagna Amica”, dove queste 12 piccole aziende portano il pesce da vendere. “Quando apro questo cancello ci trovo di tutto – dice – escrementi, siringhe, addirittura preservativi usati. Ho paura a scendere da sola, devo farmi accompagnare da qualcuno. Prima o poi qualcuno si ribella e passa dalla parte del torto”.

“Per il bene delle nostre imprese e della città, chiediamo di essere ricevuti dalla commissione permanente per le attività produttive del Comune di Genova per illustrare meglio, quanto quotidianamente accade in banchina – dice Borriello – Inoltre, chiediamo l’attivazione di un tavolo permanente per la sicurezza con gli enti e le autorità che l’amministrazione riterrà opportuni per affrontare in modo definitivo il problema”.