
"Non dobbiamo costruire muri, né fare politiche di chiusura, ma piuttosto aprire le frontiere" ha dichiarato la Kyenge. "So che Ventimiglia sta già facendo tanto, ma quello che serve è una politica europea che aiuti il territorio a concretizzare una buona politica di accoglienza". L'eurodeputata chiede una legge per l'integrazione dei profughi.
"L'Europa sta reagendo con la paura, è imprigionata dalle sue paure e il trattato di Dublino è il nodo di tutto quello che sta succedendo. Quando un migrante arriva su un territorio rimane bloccato: questo è in contraddizione con il principio della libera circolazione, che è stata una conquista dell'Unione Europea e va conservata".
Per questo la richiesta d'asilo, secondo l'eurodeputata, andrebbe fatta direttamente alla Ue e non ai singoli Stati. Non piace a Cécile Kyenge la "relocation" che prevede una ricollocazione di 160mila migranti in Europa: "E' vergognoso. 160mila è un numero troppo basso. Siamo in uno stato federale con oltre 550 milioni di abitanti e quando ci confrontiamo con dati di altri paesi e di altri continenti c'è solo da vergognarsi. Inoltre ad oggi sono poco più di 4500 le persone che sono state ricollocate: già 160 mila sono poche, se non riusciamo nemmeno a dare una risposta a queste allora vuol dire che c'è davvero qualcosa che non va".
"La Germania è stato il primo paese a fare una proposta di legge - ha detto Kyenge - anche se non condivisibile in tutto, ma ha comunque iniziato. Penso che anche l'Italia debba andare in questa direzione e penso che il primo passo lo stia facendo con l'accesso al lavoro per i profughi sul territorio".
Per l'ex ministro del governo Letta un buon piano di integrazione deve necessariamente passare attraverso un'equa redistribuzione delle responsabilità tra i vari livelli nazionale, regionale e comunale: "Per tanto tempo i sindaci si sono trovati da soli" ha spiegato.
"Il punto sono le politiche europee che per vent'anni ci hanno dimostrato di non funzionare. Sono politiche fallimentari: manca la solidarietà fra i diversi Stati membri e questo si ripercuote sui paesi come l'Italia".
IL COMMENTO
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