
Morso si è costituito sabato dopo due settimane di latitanza. L'uomo, difeso dall'avvocato Mario Iavicoli, resta in carcere. "Quando sono arrivato nell'appartamento - ha spiegato oggi - sono stato aggredito da Marco N'Diaye. Era armato e mi ha colpito più volte. Io mi sono solo difeso e non ho visto cosa succedeva".
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra mobile di Genova, la vittima e i suoi amici (N'Dyae e Cristian Beron) avrebbero avuto un debito di droga con Guido Morso. I tre avrebbero organizzato un incontro trappola che però sarebbe degenerato in una violenta rissa e nell'omicidio. Il giovane Morso si era costituito il giorno dopo l'assassinio mentre il padre era riuscito a nascondersi per due settimane.
Il retroscena che potrebbe aiutare a districare le complesse indagini sull'uccisione con una coltellata al torace di Di Maria è stato accertato dalla squadra mobile di Genova che ieri ha arrestato i due complici della vittima: Marco Mor N'Diaye (già in galera per il possesso di una delle due pistole presenti sul luogo del delitto) e Christian Beron Tovar detto Escobar, il colombiano che invece era ancora in libertà.
IL COMMENTO
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