Il giorno sul calendario Cinque Stelle cerchiato con il rosso è martedì 25 ottobre: sarà allora che il M5S sferrerà l'attacco forse più insidioso al Pd sulla riforma, quello sul terreno dei costi della politica. In Aula, infatti, si discuterà del ddl per il taglio draconiano degli stipendi dei parlamentari presentato da Roberta Lombardi e, per i Dem, trovare una soluzione per evitare di votare contro non sarà semplice. Anche perché, per il M5S, il ddl poterebbe un risparmio di 60 milioni, tre in più rispetto al taglio che la Ragioneria Generale collega alla riforma costituzionale.
Beppe Grillo, consapevole della possibile difficoltà del Pd, si gioca il tutto per tutto. "Martedì verrò in Parlamento, sarò sul loggione insieme ai cittadini e se potessi scendere, se mi daranno il permesso vorrei venire giù nell'Aula e abbracciarvi tutti uno per uno", annuncia l'ex comico in un videomessaggio lanciato dal blog a "politici, lobbisti e massoni". E, non a caso, nella homepage del blog campeggia il conto alla rovescia per il previsto approdo in Aula del ddl, fissato per lunedì. Ma il provvedimento potrebbe servire anche a riunire un Movimento segnato dalle tensioni attorno ad una misura di 'stampo' prettamente pentastellato.
Il videomessaggio di Grillo è rilanciato da diversi parlamentari unificando due 'correnti', quella più "governista" e quella ortodossa, che da qualche tempo sembrano viaggiare su due binari paralleli. Grillo, al di là del suo probabile show a Montecitorio, sarà a Roma (forse anche lunedì) anche per tornare a 'mettere mano' sulle tensioni interne, acuite dal caso delle firme false a Palermo. Un caso sul quale i vertici non sono ancora formalmente intervenuti ma che è tutt'altro che chiuso.
E a quella siciliana si è aggiunta un'altra 'grana': quella delle candidature a sindaco di Genova. Le 'comunarie', rigorosamente online, sono state lanciate due giorni fa ma hanno perso una delle figure più conosciute, alla base, nei Meet-up genovesi: Paolo Putti, che ha rinunciato a candidarsi in polemica con in vertici Cinque Stelle. "Nodi", quello ligure e soprattutto quello siciliano, che non aiutano certo a rasserenare il clima.
A fare da collante, per i 5 Stelle, è invece la campagna per il voto sul NOn Statuto (con deadline il 26 ottobre) e quella per il "No" al referendum che vedrà nelle ultime settimane un tour anche sui treni regionali. "Se vince il Sì e il M5S vince le elezioni alla Camera, il Senato passerà tutto il tempo a cercare di bloccare le nostre leggi", sottolinea Luigi Di Maio dalla Sardegna mentre Alessandro Di Battista rilancia: se vince il "No", "il Parlamento dovrà fare una legge elettorale migliore di questa e poi subito al voto".
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Costi della politica, sfida aperta tra M5S e Partito Democratico
Nodi Palermo-Genova, leader a Roma per placare tensioni
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