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Dopo la puntata di “Macaia” dedicata alla rottamazione dei politici dinosauri
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Cari anziani, con voi ho fatto una puntata di ‘Macaia’ in cui ancora una volta si è parlato di giovani e vecchi, di pensionati che non mollano la poltrona e di laureati costretti a fuggire all’estero o di qualche professionista deciso a restare in una città come Genova e a scommettere sul suo futuro. E ancora una volta si sono rincorse motivazioni, suggerimenti sia da chi è in politica da anni, sia da chi forse ci sta pensando di entrarci. Ma alla fine sono “parole, parole, soltanto parole”, per citare Mina, che con un nuovo disco in uscita con Celentano, qualcuno inserirebbe sicuramente nel contenitore ‘anziani che non mollano la presa’.

Io credo che, tra i tanti, ci sia un problema di fondo, ma che poi è il fil rouge di tutto ed è così semplice che non ce ne accorgiamo, forse, perché chi se ne dovrebbe accorgere dovrebbe riconoscere che ha fallito. Chi dice di occuparsi di politica da anni e lo fa occupando sedie, poltrone, poltroncine, chi esce dalla finestra per rientrare dal portone beh proprio loro figli del benessere, del boom, di un mondo dove il lavoro non mancava, dove era possibile con un’idea partire dal niente ma con la sola volontà creare un’impresa, ebbene loro non sono riusciti a costruire le fondamenta per i loro figli e nipoti, loro che avevano il compito di accorgersi che il mondo stava cambiando e invece no scaramucce politiche, litigi per un posto in consiglio comunale o, molto più ambito, in Parlamento e poi?

E poi all’atto pratico, cari anziani, la mia generazione non ce la fa e non perché non ha intelligenze, competenze o voglia, semplicemente non ha tempo, non ha forze, non ha energie da dedicare alla politica perché le 24 ore al giorno servono per le cose base: 24 ore non bastano per cercare un lavoro sempre più introvabile, riuscire a tenersi un posto fisso che ormai è un miraggio, provare a mantenere delle relazioni umane, con la famiglia e gli amici, sparsi ormai per mezzo mondo, per parlare 5 minuti con il fidanzato o giocare 10 minuti con i propri figli per chi, forse per un miracolo, è riuscito a sposarsi, a comprarsi casa, ovviamente con l’aiuto dei nonni o chissà forse di quei genitori che pensano di lavarsi un po’ la coscienza per l’inerzia di questi ultimi decenni. Non bastano 24 ore per seguire un ideale, buttarsi in politica e poi vedere che intanto i giochi sono fatti tra ‘i soliti noti’, non bastano se, cari anziani, la vostra generazione invece di tendere la mano a quei pochi che si vogliono impegnare, li deride.

Cari anziani scusate se sono polemica, direte sicuramente che sono frasi fatte che anche voi lavoravate tutto il giorno, i week end, direte che anche voi avevate i vostri problemi, ma avevate entusiasmo, nessuno lo nega. Direte che ci sono i giovani impegnati, e per fortuna! Io parlo però della maggioranza di quelli che avrebbero testa e anche cuore ma non riescono a fare lo scatto, per impegnarsi, per metterci la faccia. Perché? Perchè il problema, cari anziani, è che quelle che definite frasi fatte sono, purtroppo, la descrizione della mia generazione, di quella dei vostri figli e negarlo non ci porterà da nessuna parte.