cronaca

Le imprese da lui gestite sarebbero riconducibili alle cosche della 'ndrangheta
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Beni per 30 milioni di euro sono stati confiscati all'imprenditore ed ex consigliere comunale di Reggio Calabria, Domenico Giovanni Suraci. Suraci era stato arrestato nel 2012 in seguito all'operazione "Assenzio-Sistema" e poi rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, aggravata per aver favorito la 'ndrangheta.

Secondo l'accusa l'uomo sarebbe stato al centro di una rete d'imprese operanti nel settore della distribuzione alimentare i cui principali fornitori erano riconducibili a persone vicine alle cosche Tegano, De Stefano, Condello e Lo Giudice.

A Suraci sono state confiscate le azioni delle società indagate assieme al patrimonio derivatogli da 8 associazioni, 5 trust, 4 immobili di pregio e rapporti finanziari.