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Sgambetto visto come un vero e proprio voltafaccia
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Il segretario Renzi è furioso con il sindaco di Genova Doria. Motivo? Il “voltafaccia” del primo cittadino che fino all’ultimo aveva promesso all’allora premier che non si sarebbe espresso ufficialmente sul referendum. Patto verbale che è stato sistematicamente contraddetto: il sindaco, infatti, poco prima di salpare per la Cina ha scritto su Facebook che avrebbe votato No.

Questo sgambetto è stato interpretato da Renzi, raccontano nel cerchio ex magico, come un vero e proprio tradimento e ora il segretario prossimo a ripartire per la conquista di Palazzo Chigi non ne vuole più sentire parlare del sindaco-marchese. E fa sapere che se piomberà a Genova in cerca di talenti (ahimè dove?) girerà alla larga da palazzo Tursi.

Intanto Renzi ha convocato per oggi a Roma tutti i segretari regionali del Pd. La Liguria sarà rappresentata dal commissario David Ermini e si saprà, probabilmente, quando si terrà il congresso in Liguria: secondo quanto era stato stabilito prima del referendum dovrebbe essere l’ultima settimana di febbraio. In quell’occasione il partito dovrà eleggere un nuovo segretario con pieni poteri.

E qui ecco il primo nodo. Chi può reggere questo incarico dopo un’ interminabile serie di fallimenti politici, non ultimo quello genovese che vede da una parte il sindaco Doria friggere a fuoco lento il segretario genovese Terrile e dall’altra una spappolata corrente renziana, ormai molto intiepidita nei confronti dell’ex premier, che si sta lacerando e che non riesce a esprimere un leader robusto?

Circolano i soliti nomi: Vattuone, Pandolfo, Morettini. C’è chi vorrebbe un personaggio di più forte caratura politica e avanza l’ipotesi di Pippo Rossetti che, però, dai renziani è visto come troppo legato al suo leader di riferimento cioè Franceschini. Insomma il quadro interno al Pd è in crescente movimento.

Certo l’arrabbiatura dell’ex premier nei confronti del sindaco facilita la liquidazione romana del primo cittadino di Genova praticamente sancita in loco l’altra sera anche se con giri di parole in stretto e vetusto politichese (apertura di tavoli di confronto con le categorie al fine di individuare eccetera eccetera…). Doria ormai è stato licenziato non tanto dal mollo Pd genovese ma dal segretario nazionale del Pd in persona.