L'anno appena iniziato potrà essere per Genova l'anno della riscossa. Molto però dipenderà dai risultati che usciranno dalle urne delle prossime amministrative: ai genovesi spetterà la parola decisiva per dare una svolta finalmente alla nostra città. Penso che i genovesi, dopo cinque anni di immobilismo da parte dell'attuale giunta comunale, saranno ben determinati nel scegliere chi potrà restituire l'orgoglio e la speranza per il proprio futuro e per quello dei propri figli.
Per uscire dalle secche, Genova ha assoluto bisogno di un'iniezione di fiducia che può venire solo dal proprio interno, ma per cambiare rotta deve ripartire dal basso. I genovesi devono riappropriarsi dei propri quartieri, sentirsi sicuri e orgogliosi di vivere e lavorare nella nostra città. Per dare una sferzata a Genova su una nuova rotta, non si può prescindere da una profonda operazione anti degrado che coinvolga non solo il centro di Genova, ma tutti i quartieri di cintura che in molti casi, negli ultimi anni, si sono trasformati in autentiche terre di nessuno, avvilendo residenti e tessuto commerciale.
Genova ha eccellenze ancora in parte nascoste e ha tutte le carte in regola per poterne attrarre delle nuove. Penso alle imprese che operano nel settore dell'innovazione, giovani start up dalle enormi potenzialità che possono mettere radici e creare nuova e qualificata occupazione per i nostri giovani. Come assessore regionale allo Sviluppo economico ho accompagnato a ottobre alcune start up allo Smau di Milano, dopo anni di assenza della Liguria alla manifestazione che rappresenta una vetrina importantissima per il mercato dell'innovazione. Grande è stato il successo per i prodotti realizzati dalle giovani imprese che hanno saputo farsi apprezzare da un pubblico di esperti di livello internazionale.
Quando si apre e si fa scoprire, Genova genera in chi la visita una sorpresa inaspettata: penso alle delegazioni di incoming che, attraverso Liguria International, abbiamo portato in città per conoscere i nostri prodotti tipici, il nostro centro storico e il nostro artigianato di qualità. Nessuno dei partecipanti, venuti da ogni parte d'Europa e del mondo, è rimasto deluso, se mai piacevolmente colpito. Sono solo alcuni degli esempi che dimostrano che Genova e i genovesi, quando hanno l'occasione di mostrarsi, sono in grado di vincere ogni sfida.
Lo sforzo che la città, la politica genovese e il mondo economico devono fare per dare una visione a medio e lungo termine di sviluppo è quello di non appiattirsi su se stessi, di abbandonare l'ottica delle rendite di posizione, di una sorta di autoconservazione della specie che negli ultimi vent'anni ha relegato Genova a un ruolo periferico sia a livello nazionale sia europeo.
Genova è il primo porto del mediterraneo. Il nostro scalo è la prima industria cittadina, con 54mila occupati e 11 miliardi di euro all'anno generati. Il porto, oggi rinnovato nella propria governance, può costituire il perno di un nuovo impulso alla nostra città, sbloccando opere e investimenti nei collegamenti con gli assi trasportistici con la Pianura Padana, di cui siamo sbocco naturale, nelle infrastrutture e nell'efficientamento per rendere finalmente le attività portuali integrate – e non subite - con i quartieri e la città.
*Assessore allo Sviluppo economico e Porti Regione Liguria - Segretario regionale Lega Nord Liguria
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Per uscire dalle secche Genova ha bisogno di un'iniezione di fiducia
Una città con le carte in regola per attrarre eccellenze
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