
I quattro erano stati arrestati dai carabinieri a ottobre 2015 dopo mesi di indagini. Secondo quanto ricostruito, i rapinatori trasfertisti studiavano le banche da colpire, con sopralluoghi e poi scavavano tunnel e buchi per entrare in banca e cogliere di sorpresa i dipendenti. L'azione dei quattro era sempre aiutata da un palo e le comunicazioni avvenivano attraverso auricolare. Durante un colpo uno di questi era stato perso e da qui erano partite le indagini.
La banda faceva irruzione, puntavano le pistole al direttore e ai dipendenti e li rinchiudevano in una stanza. Appena si aprivano le porte degli armadi blindati arraffavano i contanti e sparivano di nuovo dal buco. A Genova la banda aveva colpito la banca Carige di via Renata Bianchi, dove avevano portato via 60 mila euro, la banca Popolare di Chiavari, in via Torti, e la banca Regionale europea di corso Torino, dove, in entrambi i casi, i colpi avevano fruttato 30 mila euro. Gli investigatori erano riusciti a bloccarli mentre progettavano un colpo alla banca Carige di Desio, in Lombardia. La sentenza è prevista per i primi di febbraio.
IL COMMENTO
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