Se la vicenda della fusione Amiu-Iren è una tragicommedia, il caso Amt rischia di diventarne un degno sequel. A sentire i sindacati, che intanto hanno proclamato un primo sciopero di 4 ore per questo venerdì, gli ingredienti ci sono tutti: problemi annosi e mai risolti, sindaco latitante, privati alle porte e zero garanzie sui livelli di servizio. In più c’è una gara di bacino in vista, nel 2018, alla quale bisogna arrivare preparati.
“Lo sciopero? Ci scusiamo con i cittadini, non sono giorni di vacanza. Siamo costretti a farlo. Non rivendichiamo un euro in busta paga, ma la possibilità di esercire il servizio in condizioni umane. Ricordiamoci che abbiamo ancora in giro gli autobus del 1990”, dice a Primocanale Luca Lagomarsino di Ugl Trasporti.
Il 24 febbraio i mezzi a Genova si fermano dalle 11.45 alle 15.45. L’incidenza sarà alta visto che le sigle coinvolte sono cinque: Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Faisa-Cisal. Poi, quasi certamente, ce ne sarà un altro da 8 o 24 ore, a seconda dei risultati delle trattative. “Speriamo di incontrare il sindaco. Finora ha sempre negato il confronto”.
A preoccupare è l’ingresso dei privati. “Il sindaco ha già deciso di vendere l’azienda. Ma il privato ha bisogno di profitti, deve operare tagli per guadagnare, mentre il pubblico chiude il bilancio a zero”, ricorda Lagomarsino. "È successo lo stesso in Atp: hanno mantenuto le linee costiere dove c'è mercato, mentre le vallate si devono arrangiare".
Eppure altrove c’è chi è riuscito a mantenere il trasporto tutto in mano pubblico. “L’azienda può essere gestita in maniera privatistica, migliorando il servizio. Come? Anzitutto con mezzi nuovi, ma soprattutto con un riordino delle linee, che non vuol dire necessariamente tagli, ma evitare le sovrapposizioni”.
Ad allarmarsi è anche la Regione, che lamenta nuovi tagli da parte del Governo. In Liguria verrebbero a mancare ben 5,2 milioni, come riferisce l’assessore Berrino: “Insieme ai colleghi delle altre regioni ci opporremo in ogni sede a questa operazione ‘lacrime e sangue’ che avrebbe innegabili conseguenze negative anche sulla Liguria, sulle aziende di tpl su gomma e quindi sui lavoratori, sui servizi ferroviari con riduzioni dei convogli. A farne le spese quindi sarebbero i cittadini, gli studenti e i pendolari che potrebbero vedersi ridurre i servizi”.
GLI AUTISTI DORMONO IN RIMESSA - Dormire sul posto di lavoro per essere i primi a chiedere le ferie o un semplice congedo senza la garanzia che questo sia concesso, a causa della carenza di organico. È quanto succede agli autisti di Amt, secondo la denuncia dei sindacati. "La notte in rimessa serve per essere i primi a chiedere congedo o ferie al mattino con 30 giorni di anticipo rispetto alla necessità. Ciò accade per la grave situazione di sotto organico che costringe l'azienda a contingentare le assenze". La situazione raggiunge il suo culmine nel periodo natalizio, quando si arriva anche a una ventina di persone che dormono in rimessa.
Secondo i rappresentanti dei lavoratori, anche a causa dei prepensionamenti non adeguatamente sostituti con nuove assunzione, mancano almeno 170 unità sul personale viaggiante a fronte di 1.400 autisti. "Il problema è che la risposta arriva solo due giorni prima e nel caso di un congedo per visita medica la situazione diventa difficile da gestire visto che il lavoratore che lascia il servizio subisce un provvedimento disciplinare", spiegano i sindacati.
cronaca
Amt Genova, lo sciopero è solo l'inizio. "Vendita ai privati e nessuna certezza"
Stop venerdì per 4 ore. La Regione: "5,2 milioni di tagli"
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