cronaca

Il difensore delle parti civili Gallo: "Ci batteremo per i danni morali"
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Slitta al 16 maggio la prima udienza del processo a Gabriella Minervini, ex dirigente della Protezione civile regionale imputata per omicidio e disastro colposo nel processo per l'alluvione dell'ottobre 2014 a Genova. Il giudice De Plano ha solo fatto l'appello delle parti e ha disposto il rinvio per consentire alla difesa di effettuare eventuali eccezioni sulle costituzioni di parte civile. 

L'ex assessore Raffaella Paita era stata assolta per gli stessi capi d'imputazione con rito abbreviato, ma il pm e le parti civili hanno già presentato l'appello. Secondo l'accusa, la responsabilità di emanare l'allerta meteo di protezione civile non era dell'assessore, ma della struttura tecnica della protezione civile, rappresentata appunto da Gabriella Minervini. 

In gioco ci sono anche i risarcimenti ai familiari della vittima - Antonio Campanella, l'infermiere rimasto annegato nel tunnel di Borgo Incrociati durante l'esondazione del Bisagno - difesi dall'avvocato Francesco Penna, e a cittadini e commercianti danneggiati dall'alluvione. "Andremo avanti perché ci sono gli estremi per vincere questa battaglia - spiega l'avvocato Giuseppe Maria Gallo, difensore di alcune parti civili - Le tesi dell'accusa mi sembrano solide. Ci batteremo per vedere riconosciuti anche i danni morali". 

Due le strade da percorrere. Da una parte, un eventuale processo d'appello a Raffaella Paita, su cui però si dovrà esprimere la magistratura, in cui l'ex assessore regionale potrebbe essere chiamata a risarcire di tasca propria, visto che la scelta del rito abbreviato ha escluso la responsabilità civile da parte della Regione. Altro filone è quello legato alla Minervini: in questo caso anche la Regione sarebbe responsabile civile in solido con l'ex dirigente.