La democrazia del web fa più acqua delle primarie del Pd. Il “metodo Genova” indicato dal M5S come la luce per scegliere candidati espressione genuina del popolo è clamorosamente fallito. Grillo licenzia la neocandidata genovese Marika Cassimatis per mancanza di fiducia. E ordina che si rivoti.
I grillini genovesi, anzi, la dirigenza grillina genovese, si sfalda come la panna montata col caldo: prima perde Putti e soci a Palazzo Tursi, poi in Regione il consigliere Battistini, poi non passa nelle comunarie il favorito Pirondini, poi deve intervenire con un diktat Grillo dal suo blog per rimettere le cose a posto.
Se tutto questo fa pensare a qualcuno che il Movimento 5 Stelle per queste gaffe possa perdere dei voti, si sbaglia. Chi nelle periferie o nell’area vasta del disagio dovuto all’abbandono da parte dei partiti tradizionali dei temi sociali più pressanti andrà a votare il sindaco di Genova avrà solo un obiettivo: non votare i soliti noti. Quindi sarà del tutto indifferente alle faide di vertice e alle belinate (quelle di Genova sono davvero belinate!).
Il voto ai Cinquestelle, a meno che non accada nell’opinione pubblica qualche cosa di sconvolgente, è abbastanza inossidabile e lo “zoccolo duro” che un tempo veniva evocato per definire il voto imperturbabile di alcune categorie o quartieri rossi al Pci non si scalfisce con facilità.
Certo la brutta figura c’è tutta. La Cassimatis, regina del “No assoluto” creava imbarazzo alla corrente maggioritaria del movimento rappresentata da Alice Salvatore. Il radicalismo spinto avrebbe forse allontanato qualche borghesuccio in cerca di brividi elettorali o di piccole vendette politiche.
Grillo è stato chiarissimo. “Mi è stato segnalato, con tanto di documentazione, che molti, non tutti, dei 28 componenti di questa lista, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del MoVimento 5 Stelle prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017" - scrive sul suo blog - E aggiunge: “In particolare hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle”.
Poi un appello: “Vi chiedo di fidarvi di me. Non ho nessun interesse se non il bene del MoVimento 5 Stelle”. E la conclusione clamorosa: “Non possiamo permetterci di candidare persone su cui non siamo sicuri al 100%. Vi garantisco che non accadrà, nè a questa tornata delle comunali, nè alle politiche".
Dunque o va Pirondini con la lista di nomi che è arrivata seconda o, scrive il leader “Rimetto a tutti gli iscritti certificati del MoVimento 5 Stelle la decisione se non presentare nessuna lista per le elezioni comunali di Genova”.
Questo succede in centro, ma, come commenta un saggio osservatore della politica “a Cornigliano con tutti i problemi di qualità della vita che hanno di Cassimatis o Pirondini se ne fregano. E voteranno esclusivamente per sana incazzatura...”
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Ma gli avversari non si illudano che M5s perda consensi popolari
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