cronaca

Il cardinale in cattedrale: "Razionalizzare non è licenziare"
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 "Il fenomeno dell'esodo all'estero di migliaia di giovani in cerca di lavoro e di futuro, ricorda migrazioni antiche, e dovrebbero farci comprendere meglio le migrazioni attuali di rifugiati, certo, ma anche di tanti in cerca di fortuna". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell'omelia pronunciata oggi pomeriggio, nella cattedrale di San Lorenzo, durante la Messa celebrata per il mondo del lavoro, in occasione della solennità di San Giuseppe, patrono dei lavoratori.

"Razionalizzare non significa lasciare la gente sulla strada - ha detto parlando ancora di lavoro - Si è parlato, e si parla spesso, di razionalizzare e questa parola è diventata un mantra quasi fosse la soluzione dei problemi. Razionalizzare, però, significa non sperperare risorse, usarle meglio, con onestà e con oculatezza ma, non significa lasciare la gente sulla strada come si fa ancora in questi giorni con licenziamenti in atto. Razionalizzare - ha proseguito - non significa continuare a portare la testa delle nostre aziende altrove perché portare la testa lontana significa staccare il cuore e perdere il polso della realtà".

Bagnasco nell'omelia ha sottolineato che "un nostro male è quello dei veti incrociati affinché nessuno vinca o abbia meriti: in questa logica, il bene della Città non c'entra affatto, anzi viene impedito o danneggiato. Un'altra difficoltà - ha aggiunto - è quella di parlarsi poco per trovare visioni comuni: bisogna parlarsi non attraverso le prime pagine, ma attraverso l'incontro diretto. Infine, "una terza stortura, che rivela poco realismo, è la ricerca dell'ottimo, della soluzione migliore, così che spesso si resta immobili" anche se "di solito questa posizione è un pretesto che nasconde interessi particolari e a volte è semplicemente miopia".