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Il Cdm traccerà il percorso fino alla fine della legislatura
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Sul tavolo del Consiglio dei Ministri arriverà tutto insieme: la manovrina sui conti, il nuovo quadro macro-economico - con una crescita all'1-1,1% - e il piano nazionale delle riforme che il governo intende realizzare, tra cui anche la detassazione regolata in modo strutturale del secondo livello di contrattazione.

La quadratura tra l'avere i conti in regola con l'Ue e la volontà politica di non toccare le tasse è stata trovata. ''Non ci saranno nuove tasse - dice Matteo Renzi che parla di "fake news" riferendosi a Luigi Di Maio, che, dal blog di Grillo, lo accusa di aver lasciato un buco nei conti da 3,4 miliardi al quale Gentiloni deve ''mettere una toppa''.

Il Cdm traccerà il percorso che il governo seguirà fino alla fine della legislatura, senza i rischi delle modifiche del catasto e con privatizzazioni 'sostenibili'. Si devono conciliare conti in regola e spinta per l'economia. La strada è stretta, non facile - ha più volte detto il ministro dell'Economica Pier Carlo Padoan ai suoi collaboratori - ma la stiamo percorrendo.

Certo il governo vorrebbe una strada più agevole, meno irta di ostacoli. Lo dice il premier Paolo Gentiloni a Madrid. "La crescita che attraversa l'insieme dell'Ue deve essere accompagnata, sostenuta". Serve "un aggiustamento strutturale del patto di stabilità. E' interesse di tutta l'Ue".

Questo è il canovaccio su cui l'Italia si muove. Si parte con la manovra da 0,2 punti di deficit strutturale: in pratica 3,4 miliardi di tagli di spesa e lotta all'evasione (split payment, stretta sui pignoramenti e la rottamazione delle liti fiscali), ma anche maggiori entrate dai giochi e sigarette. Insieme ci saranno 3 miliardi in tre anni per far ripartire le imprese e dare fiato al lavoro nelle aree del sisma. L'Ue li conteggia come spese temporanee. Nelle logiche di Bruxelles non hanno grande valore, ma per le aree terremotate sì.

Il decreto - ''un mostro di provvedimento'', si è lasciata sfuggire Fabrizia Lapecorella che guida le Finanze al Def - si è arricchito: avrà anche uno sblocco del turnover al 75% per le assunzioni nei grandi Comuni e del 100% per i piccoli e un potenziamento delle norme a costo zero della ''finanza per crescere'' per favorire l'accesso in borsa. Il piano delle riforme disegnerà il percorso fino alla fine della legislatura: il governo si impegna per misure sulla povertà, con un potenziamento del reddito di inclusione per chi perde il posto. Poi misure per la concorrenza, semplificazione della giustizia civile e altri due importanti interventi sul lavoro: riduzione del cuneo fiscale per i giovani e il completamente del jobs act con una riforma strutturale che guardi a meno tasse per il secondo livello di contrattazione. C'è poi il quadro economico, in ripresa. La produzione industriale a febbraio ha segnato un balzo dell'1% su gennaio. L'istogramma del Mef prevedrebbe quest'anno una crescita attorno all'1,1%. Per prudenza si potrebbe - ma non è detto - limarlo al numero tondo mentre per il debito ci sarà un capitolo dedicato alle privatizzazioni, forse senza troppi dettagli mentre si studia il piano per cedere quote di controllate e di società pubbliche alla Cdp.