Una doppia fumata nera si alza dai palazzi ministeriali a Roma dove si discute il futuro dei lavoratori Ilva ed Ericsson. Anche se una tende forse al grigio. Dai due tavoli convocati da Calenda e Poletti emergono notizie preoccupanti: sul fronte dell'acciaio si preparano migliaia di esuberi (quasi 5mila nell'immediato e circa 6mila in prospettiva), mentre la multinazionale hi-tech intende andare avanti col suo piano di licenziamenti, salvo un intervento straordinario del Governo.
"Inaccettabili", secondo le sigle riunite al Ministero dello sviluppo economico insieme a Calenda e i commissari, le proposte presentate dalle cordate per l'acquisizione degli asset. Il disegno di ArcelorMittal-Marcegaglia, al momento considerata in vantaggio, prevede di partire dalla base attuale di 14.200 lavoratori su scala nazionale per arrivare a 9.400 in una prima fase ed entro sei anni a 8.400. Si scosta di poco il piano di Jindal-Cdp, che lunedì sera ha tentato un rilancio: si inizierebbe assumendo metà del personale (7.800 persone) con obiettivo 10mila nel 2023. Al momento non ci sono dati a livello locale, ma in proporzione si possono già ipotizzare migliaia di posti persi a Genova.
Il ministro Calenda ha detto che il vincitore non è ancora stato individuato. I sindacati sono stati convocati nuovamente il 1° giugno per esprimere il proprio parere non vincolante. "Siamo partiti nel modo più sbagliato - commenta Alessandro Vella, segretario ligure Fim-Cisl - La situazione è delicata e vorremmo capirne di più".
Dello stesso avviso Bruno Manganaro, segretario ligure della Fiom: "Si parla sempre di esuberi e non di investimenti. Ci hanno proposto anche di ridurre i salari se non vogliamo i licenziamenti. È un messaggio pessimo. Peraltro non si capisce se il Governo voglia rispettare l'accordo di programma per Genova di cui è garante. Se la situazione resta questa, noi lunedì siamo pronti per scendere in piazza".
"Noi rimaniamo convinti che il sito possa sviluppare e diventare un centro di eccellenza di prodotti della banda stagnata e dello zincato. Siamo convinti che con un bel po' di investimenti oggi Genova potrebbe andare oltre il milione di tonnellate di produzione. Su questo sfideremo Arcelomittal e li convinceremo che Genova ha solide basi per diventare una componente importante ed essenziale del Gruppo", spiega Antonino Apa, segretario generale Uilm Liguria.
Secondo fonti vicine ai commissari, però, la cassa integrazione straordinaria, attualmente autorizzata per 4.100 dipendenti dell'Ilva, coprirà la gran parte degli esuberi e potrà essere incrementata all'occorrenza in linea con l'accordo sindacale che dovrà essere stipulato quale condizione per l'efficacia del contratto di trasferimento degli asset a chi si aggiudicherà la gara.
Si apre uno spiraglio anche nella partita Ericsson. Nell'incontro al ministero del lavoro l'azienda ha confermato di voler tagliare 315 dipendenti, 61 a Genova, nella sua quattordicesima procedura di licenziamento collettivo. Ancora da capire quali ammortizzatori scatteranno. Tra le ipotesi al vaglio c'è la cassa integrazione straordinaria, unica strada per evitare gli esuberi in attesa di soluzioni alternative, come il ricollocamento in altre aziende. Se ne riparlerà anche in questo caso giovedì, ultima data utile per trovare la quadra.
TOTI: RISPETTARE L'ACCORDO DI PROGRAMMA - "L'accordo di programma è stato firmato da tutti, in primis dal governo. Da qui deve partire il ragionamento per il rilancio dello stabilimento Ilva di Cornigliano. Genova in termini di lavoro ha già pagato un costo troppo alto, non può pagare altri dolorosi tributi alla deindustrializzazione e l'Italia non può rinunciare a un settore strategico come la siderurgia". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. "Notizie preoccupanti - dice Toti - e spero che le trattative siano solo all'inizio e che prendano un'altra piega. Di certo c'è che l'Accordo di Programma, firmato dal Governo a Palazzo Chigi, che coinvolge a pieno titolo il Governo nelle sue massime istituzioni, è un accordo da cui non si può prescindere. L'Ilva Cornigliano - conclude Toti - è uno stabilimento moderno sul quale sono stati fatti investimenti, con una mano d'opera preparata che ha voglia di cominciare a produrre e a dare slancio alla produzione. Questi sono i piani. Se è arrivato qualcuno che deve mandare a casa delle persone e basta, francamente abbiamo perso due anni di tempo in un inutile percorso e in un'inutile trattativa per il salvataggio di Ilva. Si parta seriamente dai pilastri che ci sono: accordo di programma, necessità di rimettere in funzione gli stabilimenti a pieno regime, un mercato per l'acciaio e un paese che non ha voglia di rinunciare a questo settore".
RIXI: MASSIMO IMPEGNO PER ILVA - "L'accordo di programma sullo stabilimento di Cornigliano deve essere rispettato. Come Regione Liguria abbiamo sempre dimostrato neo fatti massima disponibilità e impegno per la salvaguardia occupazionale perché riteniamo che il sito siderurgico genovese sia strategico non solo per la città e per la Liguria, ma per l'intero Paese". Lo dichiara l'assessore regionale allo Sviluppo economico Edoardo Rixi. Auspichiamo che la notizia dei circa 5mila esuberi possa rientrare e che la prossima proprietà decida un piano di rilancio basato su innovazione e rispetto ambientale. Perdere la capacità manifatturiera nel settore siderurgico sarebbe un gravissimo errore che ci renderebbe dipendenti da Paesi terzi e un inutile avvilimento delle nostre maestranze specializzate", conclude Rixi.
CRIVELLO: SOSPENDERE LA CAMPAGNA ELETTORALE - “Esprimo grande preoccupazione per i possibili 5 mila esuberi a livello nazionale per l’Ilva comunicati dal gruppo Arcelor Mittal-Marcegaglia, con il rischio di fare saltare anche l’Accordo di Programma per Genova. Questo accade a pochi giorni dalla visita di Papa Francesco che in quella stessa fabbrica sottolineava come senza lavoro non ci sia dignità. Propongo che tutti i candidati sospendano per il 1° giugno la campagna elettorale per essere a Roma e partecipare insieme ai sindacati all'incontro con il governo sul futuro dell'Ilva. La città sia unita per difendere il lavoro”, ha detto il candidato sindaco del centrosinistra, Gianni Crivello.
BUCCI RISPONDE: PRENDI LE DISTANZE DAL GOVERNO -" Il candidato del centrosinistra chiami i partiti che lo sostengono per risolvere la situazione. L'assessore ai Lavori pubblici e alle manutenzioni della Giunta Doria, il signor Crivello, oggi è molto preoccupato per la situazione di Ilva e vuole andare a Roma a protestare". Lo afferma il candidato sindaco del centrodestra Marco Bucci. "Meglio farebbe a chiamare i principali partiti che lo sostengono, Pd in testa, visto che i guai li stanno combinando loro. Troppo comodo, caro Crivello, ululare alla luna e prendere i voti del partito che esprime il Presidente del Consiglio, i principali Ministri, che ha nominato i commissari, che ha gestito la privatizzazione e scelto la cordata a cui è stata consegnata l'azienda. Crivello dichiari che non sarà mai connivente e neppure alleato di chi a Roma prepara una nuova stangata sul lavoro genovese e noi verremo con lui nella Capitale", conclude Bucci.
MERELLA: SERVONO SOLUZIONI ALTERNATIVE - "Non possiamo permetterci di perdere migliaia di posti di lavoro all'Ilva, occorrono soluzioni diverse e innovative". Lo dichiara il candidato sindaco di Genova della lista 'Ge9si' Arcangelo Merella in una nota stampa. "Sembra che nessuna delle due offerte pervenute per l'acquisto dell'azienda possa essere soddisfacente, - commenta il candidato - sia sul fronte occupazionale sia in merito ai livelli produttivi previsti. L'Italia è un paese fortemente sbilanciato verso l'importazione di acciaio, non autosufficiente e quanto previsto dalle offerte presentate pare andare contro gli interessi del sistema Paese".
I PARLAMENTARI PD: PREOCCUPAZIONE - "Manifestiamo preoccupazione per l’esito del primo incontro fra il Governo e le parti sociali sulla vendita del gruppo Ilva. In assenza della certezza di quale offerta (e relativo piano industriale) sarà considerata la migliore ai fini del rilancio della siderurgia italiana, riteniamo assolutamente negativo che entrambe le soluzioni prevedano tagli pesantissimi a livello occupazionale, senza tener conto delle conseguenze sociali che comporterebbero sui territori interessati. A Genova in particolare, dove gli impianti hanno garantito la compatibilità ambientale con la redditività, non possiamo non rilevare come sia fondamentale rispettare gli accordi sottoscritti da Governo, Azienda, Istituzioni locali e sindacato che hanno fin qui garantito una produzione redditizia, la tenuta occupazionale e la pace sociale", scrivono in una nota Tullo, Basso e Vattuone.
D'ALEMA: IL GOVERNO SI FACCIA VALERE - "Una cosa grave. Molto grave perché oltre ad essere un problema per Genova, lo è anche per il Mezzogiorno come è noto il più grande insediamento dell'Ilva è a Taranto. Spero che anche il governo faccia valere la sua autorità per difendere le migliaia di posti di lavoro". Lo ha detto Massimo D'Alema stasera a Genova commentando la denuncia dei sindacati sugli esuberi all'Ilva.
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