
La motivazione del Prefetto aveva richiamato il parere contrario della locale Questura, "determinato dall'esistenza di una sentenza di condanna alla pena della reclusione per anni uno e mesi sei: con tale pronuncia, non ancora definitiva, è stata accertata la colpevolezza del gioielliere riguardo al reato di ricettazione".
La Prefettura ha ritenuto che la circostanza fosse sintomatica "dell'incapacità di offrire sufficienti garanzie di non abusare delle armi". "Nel caso in esame, l'amministrazione non ha dimostrato l'insussistenza delle esigenze sottese all'istanza di rinnovo della licenza di porto di pistola per difesa personale, prospettate dal richiedente con riguardo ai pericoli che la gestione di una gioielleria comporterebbe per l'incolumità personale - sottolinea il Tar nella sentenza - Egli è stato condannato, infatti, per aver messo in commercio monili che, pur regolarmente acquistati, sarebbero frutto di reato in quanto imitazioni di quelli contraddistinti da un noto marchio italiano".
IL COMMENTO
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