cronaca

Preziosi e Gasperini hanno negato pressioni o ricatti
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Il pubblico ministero Emilio Gatti ha chiesto l'archiviazione per l'inchiesta sui presunti ricatti di alcuni ultrà del Genoa nei confronti della società e dell'ex allenatore Gian Piero Gasperini. La decisione è arrivata dopo gli interrogatori del presidente Enrico Preziosi e dello stesso Gasperini, che hanno negato di avere mai ricevuto pressioni o ricatti da parte dei tifosi.

L'inchiesta, che aveva portato all'iscrizione di otto persone nel registro degli indagati, aveva subito una accelerata anche dopo le dichiarazioni del procuratore capo di Genova Francesco Cozzi nel corso della sua audizione in commissione antimafia, lo scorso aprile. Il capo dei pm genovesi aveva parlato "di nutrita presenza di pregiudicati ed esponenti della malavita nel tifo organizzato del Genoa calcio" e di "comportamenti che si avvicinano molto a quelle delle organizzazioni di tipo mafioso".

Cozzi aveva fatto riferimento all'episodio dei giocatori rossoblù costretti a togliersi le maglie da un gruppo di tifosi nel corso di Genoa-Siena nel 2012, delle armi e droga sequestrati a un tifoso che li nascondeva in un garage per conto di qualcuno e anche degli scontri delle tifoserie rivali oltre che dell'inchiesta sui ricatti subiti dall'ex allenatore Gasperini e dalla società. Secondo il pm, una parte della tifoseria avrebbe ricattato l'allora allenatore con minacce di contestazioni e pressioni.

Fra gli episodi presi in considerazione dagli agenti della squadra mobile c'era il litigio consumato tra ultrà e Gasperini sulla presenza negata di alcuni calciatori simbolo della squadra ai raduni dei club. Lo stesso allenatore, nel corso di una conferenza stampa del gennaio 2016, aveva puntato il dito contro alcuni ultras: "Ho un concetto molto più alto della tifoseria del Genoa rispetto a Leopizzi, o il Cobra o Traverso. Quando ho visto queste persone, con cui ho avuto problemi, mi è venuto in mente Criscito e le magliette di Sculli".