cronaca

Il professor Surdich: "Argomento attuale e importante"
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 Oltre mezzo milione di studenti si è seduto questa mattina sui banchi per affrontare la prima prova della Maturità. Come sempre le attese sono state tradite. Infatti la traccia del tema letterario di quest’anno è stata incentrata sulla figura di Giorgio Caproni, noto poeta del Novecento cresciuto e formatosi a Genova.

I maturandi sono stati chiamati ad analizzare "Versicoli quasi ecologici" poesia tratta dalla raccolta Res Amissa scritta dal poeta. 

Il professor Luigi Surdich, il maggior esperto della poetica e dell’uomo Caproni: “Non è una delle sue poesie più note, fa parte di una delle ultime raccolte composte. E’ un tema molto attuale dal punto di vista dei contenuti, affronta infatti le problematiche di tipo ecologico. Già partendo dal titolo si evidenzia l’abitudine di Caproni di sminuire le sue opere”.

 Il tema centrale che emerge lungo i versi della poesia è quello del ‘Paese guasto’, di dantiana memoria. Il professor Surdich precisa: “Il testo è un inno al legame tra Natura e Uomo e alla scarsa attenzione che questi dà al rispetto dell’ambiente. La traccia parte dal lamantino e dal galagone, due specie ritenute tra le più repellenti dal punto di vista estetico. E’ proprio in questo che emerge il rispetto che Caproni dava alla natura, tutta”. E’ una denuncia dei danni provocati dall’agire umano, ma allo stesso tempo l'autore conclude con un auspicio: Solo il rispetto per la Natura e le altre specie può riportare la terra alla sua piena bellezza”.

      

Nato a Livorno nel 1912, Caproni a dieci anni si è trasferito con la famiglia a Genova, non prima di una breve tappa a La Spezia. Ed è proprio nella città della Lanterna che Caproni cresce e sviluppa la passione per la poesia.  "La città più mia – sottolinea in un suo passo Caproni - è Genova. Là sono uscito dall'infanzia, là ho studiato, son cresciuto, ho sofferto, ho amato. Ogni pietra di Genova è legata alla mia storia di uomo. Questo e soltanto questo, forse, è il motivo del mio amore per Genova, assolutamente indipendente dai pregi in sé della città. Ed è per questo che da Genova, preferibilmente, i miei versi traggono i loro laterizi".

Nei versi dell’autore il rimando a Genova è sempre presente. Infatti una volta trasfertitosia  Roma per lavoro lo stesso poeta diceva sempre: "A Roma abito ma a Genova vivo". Caproni è morto nella capitale nel 1990, ma le sue spoglie trovano casa in Val Trebbia a Loco, frazione del comune di Rovegno.   

 Tra i maestri più apprezzati da Caproni ci sono Ungaretti, di cui diceva “M'insegnava infatti a ritrovare in casa nostra il sapore perduto della grande, semplice, poesia parola per parola, silenzio per silenzio, e non unicamente sulle pagine rubate che mi stavan sott'occhio”.

Fu lo stesso Caproni negli anni ‘30 a scoprire e innamorarsi di ‘Ossi di Seppia’ di Montale di cui diceva “Subito quelle pagine m'investirono con tale energia da diventar per sempre parte inseparabile del mio essere, alimento e sangue della mia vita. Montale ha per me il potere della grande musica, che non suggerisce né espone idee, ma le suscita con l'emozione p rofonda”. Ma sono tanti, soprattutto, i riferimenti a Dante e al tema tanto caro del ‘Paese guasto’.

Caratteristica principale della poesia di Caproni è l’attenzione metrico-stilistica dei suoi versi accompagnata dalla immediatezza e chiarezza dei sentimenti suscitati nel pubblico.


Questo il testo della poesia: "Versicoli quasi ecologici" di Giorgio Caproni (raccolta Res Amissa).


Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.