In tanti ricordano le frasi e i tormentoni più noti dei film del ragionier Ugo, dalla “Corazzata Potemkin è una cag**a pazzesca” al “Scusi, chi ha fatto palo?”.
E tra i commenti c’è anche chi come Maria Angela gli ha voluto rendere omaggio ricordando una sua parte diversa e più ‘seria’ come quella di “Io speriamo che me la cavo”. A Paola invece è sufficiente rileggere alcune delle battute per strapparle un sorriso: “È incredibile, riesci a farmi ridere anche adesso che ho scoperto che sei morto”.
Numerose le testimonianze di chi ha conosciuto direttamente o indirettamente Villaggio quando era un ragazzo alle prese con le prime esperienze lavorative. “Mio nonno - dice Valentina - lavorava all'lva e Villaggio arrivava in stabilimento perché faceva il portalettere. È stato proprio nonno a raccontarmi tante volte di come era in grado di far piegare dal ridere tutti i lavoratori con le sue gag”.
Poi c’è chi come Luciana ricorda: “Mio marito entrò in una notissima azienda genovese nel 1963, all'epoca ci lavorava anche Villaggio. In quel luogo giravano aneddoti che vennero poi descritti in modo grottesco nei suoi libri o films".
Dote comica di Villaggio presente sin dalla giovane età. Olga infatti lo ricorda nei primi anni ’60 nella compagnia Baistrocchi dove, dice: “… non era ancora conosciuto dal grande pubblico ma quante risate”.
E c’è anche chi ha nel cuore un ricordo speciale, come quello di Daniela: “Il ricordo piu' bello sono le risate che si faceva mio figlio, che ora non c’è più, guardando i suoi film e le sue scenette".
IL COMMENTO
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