"Alle ultime elezioni gli elettori hanno fatto tabula rasa, hanno dato un giudizio inequivocabile. Bisogna partire dai più giovani per fare un lavoro di rinnovamento che sia in grado di dare loro sostanza, competenze e occasioni perché poi si rischia di fare un rinnovamento debole e tornare indietro. Quando ho lasciato il Parlamento mi sono dedicato ai più giovani, questa è una cosa che mio ha ridato grandissimo entusiasmo. La Scuola di Politiche è una bellissima esperienza. Ogni anno ci sono 100 giovani a cui diamo gratuitamente questa opportunità. Ora nasce anche qui a Genova e in Liguria".
L'ex presidente del Consiglio prosegue parlando del progetto che ha già avviata da qualche anno e che da ottobre arriva anche a Genova. "La nuova Scuola di Politiche serve ad aiutare i giovani che hanno voglia di avvicinarsi alla politica ad avere opportunità conoscere persone. La mia generazione e anche quelle precedenti avevano tantissime occasioni di formazione, oggi no. Non ci sono più i partiti. La nostra è una iniziativa apartitica, che si rivolge a chi vuole avvicinarsi alle istituzioni. Ho organizzato una tre giorni a Bruxelles dove i ragazzi potranno conoscere le dinamiche della politica. Sono molto soddisfatto perché vedo brillare gli occhi di questi ragazzi. E’ una nuova generazione sulla quale si può investire".
Enrico Letta ha poi speso alcune parole sul futuro della politica: "Oggi la politica fallisce perché quella proposta è una politica centrata nel presentarsi come alternativa al disastro. il detto 'Votami se no è il disastro' non funziona. Bisogna essere in grado di declinare quello che si propone, se ci si propone solo come alternativa agli altri è solo una scorciatoia al cubo. Non si va avanti. Oggi bisogna parlare coi giovani, con loro bisogna inventare un nuovo modo di fare politica. Bisogna guardare al futuro senza nessun tipo di nostalgia.
L'ex premier poi ha parlato anche del suo libro che vuole essere un quadro di quelli che sono futuri scenari politici e sociali in Italia ed Europa: "Il libro l’ho scritto quando Trump e Brexit hanno steso qualunque idea che noi europei fossimo dalla parte della modernità. L’Europa così come è non va. Bisogna stare insieme. È l’Europa la nostra prospettiva. Nel mondo crescono i cinesi, indiani. Se stiamo insieme siamo in grado di competere. Bisogna cambiare, fare dell’euro uno strumento di crescita e non di austerità. Purtroppo i nazionalismi fino a questo momento lo hanno impedito. C’è bisogno di un protagonismo italiano. Vorrei che l’Italia fosse più convinta di questo suo ruolo in Europa".
E su un suon futuro ritorno alla politica attiva ha specificato: "Alla politica italiana non ci penso, guardo le cose da cittadino. Ho scelto di dedicarmi agli studenti, voglio essere coerente con questa scelta".
IL COMMENTO
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