
La galassia delle 43.963 le microimprese artigiane attive in Liguria, muove i primi passi verso l'uscita dalla crisi e il trend è migliore di quello nazionale, pari a +0,18%. "E' un'inversione di tendenza importante - spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria - a cui hanno anche contribuito le azioni condivise con la Regione a sostegno del tessuto imprenditoriale ligure".
Ma prima di parlare di una vera ripresa "bisognerà aspettare i risultati di fine anno. Il trend positivo deve stabilizzarsi per rappresentare un vero segnale di ripresa - sottolinea Grasso -. Restiamo cauti, confidando di vedere confermati i dati anche nei prossimi trimestri, in tutti i settori e territori".
Registrano una crescita sia il settore manifatturiero (+0,4%), che quello delle costruzioni (+0,35%), con incrementi superiori al dato nazionale, stabile. La manifattura ligure conta 7.241 micro e piccole imprese artigiane: 112 hanno aperto i battenti, mentre 83 hanno chiuso. Nel settore delle costruzioni, con 21.240 microimprese attive, le aperture sono state 408 e le chiusure 334. Più aperture che chiusure, insomma, a segnalare una ritrovata vivacità del settore artigiano.
Genova, che concentra il maggior numero di micro e piccole imprese artigiane attive, 22.644, nel secondo trimestre dell'anno ha un saldo positivo: 110 imprese aperte in più rispetto a quelle chiuse (404 contro 294) con un incremento dello 0,5%. A Savona l'incremento è stato dello 0,13% (128 aperture e 116 chiusure), a Imperia dello 0,6% (157 contro 115). Solo La Spezia ha registrato un andamento leggermente negativo (-0,1%) con 109 aperture e 115 chiusure.
IL COMMENTO
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