Lo dice con umiltà unita a una logica soddisfazione, Stefano Cereseto. E' un apicoltore che opera in alta Valpolcevera con produzioni attive tra Serra Riccò e Ceranesi. Il ragazzi ha le idee chiare sul futuro: "Il mio miele è biologico, cerco di non cedere a compromessi in nome della qualità".
Tuttavia, per il secondo anno consecutivo, il nemico si chiama siccità: "Davvero, una grande fatica. Le difficoltà iniziano già con la poca acqua invernale che abbiamo avuto a disposizione e la produzione può essere inferiore addirittura dell'80% rispetto a una stagione buona". Rimedi? "Non ci sono, le api necessitano di molta acqua anche se spesso è un particolare sconosciuto e dunque sono costrette ad allontanarsi molto dagli alveari. Il miele di acacia è quello più colpito".
Alza gli occhi al cielo, Stefano. Giovedì e venerdì dovrebbe scendere qualche goccia, vita per l'agricoltura e per le api: "E' dura, durissima. Ma tra la lotta per la sopravvivenza al fianco delle mie api e l'Università proprio non c'è paragone".
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità