politica

Il dispetto anti-renziano di Genova
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Dagli addosso al Pd! L’invito crudele spuntato lentamente, ma inesorabilmente, da oltre un anno, si è allargato a macchia d’olio, tanto che possiamo affermare serenamente che Genova è la città italiana che di più detesta i Democratici. Forse è anche per questo che Matteo Renzi invece di venire qui a presentare il suo saggio "Avanti" ha fatto marcia indietro.


Direte: Paternostro sei veramente rimbecillito. Può darsi, ma provo a mettere in fila alcuni indizi che oggi potrei definire con un buon margine di sicurezza, prove.
Il primo indizio si chiama: giunta del sindaco Marco Doria. O 'ragassi', non lo dico io, ma nientemeno che il segretario provinciale del Pd, Alessandro Terrile. In una intervista di qualche giorno fa il segretario ha sostenuto che gli alleati di giunta a Genova, negli ultimi memorabili cinque anni, hanno fatto di tutto per andare contro il Pd, per creargli fastidi, incomprensioni, attacchi. Tanto da arrivare e negargli anche piazza Matteotti come sede per il comizio finale del candidato Crivello e costringendolo a arringare la piccola folla tra le panchine dei giardinetti di piazza Rossetti.
Aggiungerei a conforto della sensazione di Terrile qualche elemento in più. Per esempio la volontà dell’ex assessore Porcile di bruciare sul rogo le vespe vecchie, uniche responsabili dell’inquinamento. Le vespe stanno ai genovesi di ogni età e censo come le "mammete"  stanno ai napoletani.
Bene. Dopo le vespe, il mercatino di corso Quadrio. Altro dispetto al Pd dove don Chisciotte Regazzoni si lacerava le budella per segnalare il degrado e l’insofferenza della popolazione perennemente inascoltata.
Poi il Pd lo hanno letteralmente preso a pesci in faccia, quando hanno spostato il mercato ittico dal mare alla montagna, costringendo esercenti e clienti a abbandonare l'idea degli spaghetti alle vongole per inventare ricette di fonduta con il nasello, considerata la location alpina, come direbbe Maghello Bucci.
La persecuzione nei confronti del Pd è andata avanti con l’abbandono alla devastazione della Fiera del mare, l’implementazione delle colture di canigea sui marciapiedi, l’accoglienza fraterna dei cinghiali con le loro famiglie, l’imposizione di tariffe di sosta simili a quelle del silos di Portofino. La curiosità è che nella suddetta giunta c'erano anche alcuni pdiini. E anche in consiglio comunale. Boh.


Fino agli ultimi dispetti. Ci si è messo l’educatissimo Ale Cavo, gran visir dei commercianti di ogni ordine e grado, lanciando strali contro la Festa dell’Unità a Caricamento. Tappa l’ambiente, soffoca gli esercenti che non leggono l’Unità, respinge gli sbarchi di croceristi, allontana persino i delfini dell'Acquario, che nei giorni della Festa sovietica chiedono a Beppe Costa, di essere trasferiti all'Outlet di Serravalle. Vade retro compagno!
Ma questa costante opera demolitoria del Pd ha raggiunto il culmine con lo Scisma di Crevari.
Lo confesso subito per non dare alcun adito a equivoci: io sto con la Repubblica popolare democratica socialista di Crevari. Sto con il capo del Politburo crevarese, Valter I° Ferrando, renziano prima di Renzi, con il suo segretario territoriale, Fabio Quartino, con il popolo, uomini, donne e bambini, che unici a Genova , hanno dato una immane maggioranza al Pd nelle ultime elezioni comunali. Ma soprattutto sto con l’unico baluardo che resta di Genova rossa: le focaccette. Che metterei ormai sulla bandiera rossa al posto della falcemartello un filo demode' ma l'hanno tolta da mo'.....
Il dispetto anti-renziano di Genova è giunto al punto di sgambettare Valter I° e il Quartino nonostante le promesse, nonostante l’indiscusso successo, per mettere un altro candidato alla presidenza del municipio del Ponente.
Per tutta risposta, come sta facendo Trump con Jong-Un, niente focaccette alla Festa dell’Unità di fine agosto. E che cavoli dovevano fare quelli di Crevari? Tagliarseli davanti a Orlando o alla Ministra di tutte le battaglie?
Che le focaccette chiamate frittelle di ripiego, le faranno altri. E sarebbe come se qualche anno fa avessero detto che alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia non sarebbero andati Berlinguer, o Natta, o Occhetto o D’Alema e Bersani, ma il segretario provinciale del Pci di Sferracavallo con la sua famiglia. La Festa di Genova senza le focaccette di Crevari è la stessa cosa. Lo stand che creava un indescrivibile ingorgo a Caricamento (altro che tappo di Cavo!), non ci sarà. Quindi senza focaccette di Crevari, preparate dalle donne del bellissimo paese dalla sera precedente, con amore e fatica, vendute con la collaborazione di tre quarti della popolazione, non si rischia nemmeno l’ingorgo. Anzi semmai il contrario: si rischia il “forno” non di cottura ma di vuoto.


Ma come, le focaccette nella Genova che ha dato addio al rosso antico dopo trentasette anni, erano l’unico reale baluardo di sinistra popular anche se preparate e cotte nell’enclave renziana doc!
I reggenti del Pd fantasma corrono ai ripari: le focaccette le prepareranno altri compagni! E bravi. Non siamo mica scemi! Non sono quelle di Crevari. L'aria è diversa. Lassù c'è il salino del mare che sale. Lassù c'è soprattutto l'anima di una comunità. Amici comandanti in libera uscita del Pd lo sapete ancora che cosa è lo spirito di una comunità o lo confondete con l'odore di un consiglio di amministrazione?
E’ come se dicessero che le trenette al pesto, in assenza di pesto,  le condiranno con la maionese!
Dietro la disfida al glutine c’è qualche problema molto più serio: a Genova il Pd è o non è renziano dopo le ultime primarie? E se lo è chi sono i renziani di Genova? Intendo quelli veri, con la denominazione di origine controllata. Non i renziani della "scaletta" saliti a bordo dopo la vittoria di Matteo. Troppo comodo. Quanti sono e chi li guida?

Valter Ferrando e il giovane segretario Quartino da Crevari sono renziani doc
: lo dimostrano i voti e le preferenze che tirano su da anni e che il giorno del voto diventano preda ambita dei notabili locali. Le focaccette di partito sono soltanto le loro. Quindi….Si mettano il cuore in forno Terrile, Rossetti, Pinotti, Basso e Vattuone. Ci penserà il congresso a stabilire che Pd ci sarà per i prossimi mesi e con quali focaccette!
E anche a mettere in chiaro la situazione quando dovrà scegliere un nuovo segretario e spiegarci di chi è' il Pd genovese, se dei militanti o dei padroncini. O se, in mancanza di idee, è stato trasferito alla Spezia dopo gli eccezionali successi del partito in quella città, ridotto come uno spezzatino.


Intanto per dare una mano al Pd dopo tutti questi ceffoni ci sarebbe una soluzione pratica, manageriale,  e l’ha predisposta la giunta di Maghello Bucci: invece di fare la Festa dell’Unità a Caricamento perchè non farla in corso Quadrio dove fino a l’altro ieri c’era il mercatino della discordia? E dove gli abitanti, ora che sono orfani del delizioso open day , si sentono tristissimi?

Avanti o popolo alla riscossa, la focaccetta trionferà!