cronaca

Riconoscimento negato, ma il dna conferma
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 Una paternità negata e un figlio cresciuto da un padre che non era il suo. Per questo la procura di Genova ha indagato una genovese di 45 anni e il convivente per alterazione di stato. La vicenda risale allo scorso anno ed è finita davanti a un pm dopo un controverso iter giudiziario civile.

La vicenda inizia 12 anni fa quando la donna inizia una relazione extraconiugale e rimane incinta. Il convivente riconosce il figlio, consapevole secondo la procura di non essere il vero padre. Quasi subito, però, il papà biologico scopre che quel bimbo è il suo e chiede alla donna di riconoscerlo.

La madre, difesa dall'avvocato Emanuele Lamberti, in un primo momento prende tempo ma passano mesi e il vero padre, assistito dall'avvocato Benedetta Staricco, si rivolge al tribunale civile. Il giudice dispone l'esame del Dna ma la donna rifiuta, cambia residenza e scuola al bambino per non farsi trovare. Viene nominato un curatore per il piccolo finché il padre non denuncia la donna facendo così partire l'inchiesta penale.

Gli inquirenti riescono e prelevare un campione del piccolo e il Dna conferma la reale paternità. A quel punto finiscono nel registro degli indagati la donna e il convivente. In questi giorni la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per i due e è stata fissata l'udienza preliminare davanti al gip Massimo Cusatti.