Si è svolto oggi a Genova un convegno sui porti liguri, organizzato dalla Uil Trasporti della Liguria, al quale ha preso parte anche il segretario generale nazionale: Claudio Tarlazzi. L’evoluzione del lavoro portuale è stato al centro della discussione proposta dal segretario generale ligure della Uil Trasporti, Roberto Gulli, che ha messo sul piatto l’inevitabile invecchiamento dei lavoratori, l’usura che il lavoro sulle banchine comporta e l’avvento dei processi di automazione.
Regole ed efficienza sono due elementi che in ambito portuale possono e devono convivere per creare un sistema concorrenziale sano e leale. Diversamente, sarebbero colpiti salari, salute e sicurezza dei lavoratori. “Tenuto conto del suo valore strategico, la portualità ha bisogno di una regia univoca e, in questo senso, la Uil Trasporti ritiene che la riforma della governance portuale vada nella giusta direzione”, commenta Gulli. Con rammarico la Uil Trasporti ha appreso che la recente approvazione del cosiddetto correttivo porti, non ha raccolto del tutto le proposte del sindacato. “Auspichiamo che la proposta del sindacato, volta alla formazione e riutilizzo dei lavoratori portuali colpiti da inabilità, oppure dai processi di automazione, e la creazione di un fondo che anticipi la possibilità di pensionamento degli stessi lavoratori, possa essere tramutata al più presto in norma – spiega Roberto Gulli, segretario generale Uil Trasporti Liguria – Dobbiamo tenere conto dell’usura del lavoro portuale e dell’età di pensionamento, ormai prossima ai 67 anni. Dobbiamo avere una visione strategica e propositiva per evitare gravi ripercussioni sociali”.
Le nuove tecnologie sono già largamente presenti sulle banchine del nord Europa, come ad esempio nei porti di Rotterdam e Amburgo. Nel settore dei “containers” l’informatica ha un ruolo fondamentale poiché permette una gestione efficiente del terminal e un supporto ai processi decisionali. Tra gli operatori economici e le autorità portuali è sorta la possibilità di fare uso di tecnologie telematiche per lo scambio di informazioni a distanza e per il coordinamento delle varie fasi di trasporto che hanno consentito rapide integrazione e trasmissione dei dati fra i soggetti della comunità portuale.
“La sfida sarà quella di riuscire a conciliare e integrare l’automazione con la salvaguardia dell’occupazione. Potrebbe esserci un ridimensionamento di alcune figure professionali, ma riteniamo che siano necessari nuovi profili lavorativi per controllo, gestione e manutenzione dei sistemi e impianti automatizzati – prosegue Gulli – Le nuove figure dovrebbero essere attinte, almeno in parte, dai lavoratori presenti, tramite la riqualificazione delle competenze e la formazione professionale”.
Secondo la Uil Trasporti, la portualità ligure è l’emblema della portualità italiana perché dal territorio ligure transita più del 50% delle merci in arrivo e in partenza dal nostro paese e perché, nell’arco di 140 chilometri, ci sono tre modelli operativi di lavoro. “Due di questi molto simili tra loro – conclude Gulli - mi riferisco a Genova-Savona con la presenza dell’ex art.17 l.84/94 e Spezia che adotta un modello senza l’art. 17”.
Per la Uil Trasporti Liguria, la centralità del lavoro deve partire dal concessionario ex art. 18 perché non si può prescindere dal concetto di un organico del porto.
porti e logistica
A Palazzo San Giorgio convegno sul porto organizzato dalla Uil Trasporti della Liguria
Ecco tutti i possibili sviluppi
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