cronaca

Allevatori ancora in ginocchio, Mai: "Situazione preoccupante"
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Gli acquedotti cittadini sono al sicuro, ma nelle campagne la situazione è tutt'altro che tranquilla. La Regione Liguria è pronta a chiedere lo stato di calamità naturale per i danni provocati dalla siccità alle colture. A mettersi in mezzo, ovviamente, è ancora la burocrazia. "Siamo ancora in fase di raccolta dati - spiega a Primocanale l'assessore regionale all'agricoltura, Stefano Mai - e cerchiamo di focalizzarci su ogni singola attività per capire l'entità del danno. Nei primi mesi non eravamo preoccupati, ma adesso la questione sta diventando complessa".

Mentre la floricoltura ha tenuto piuttosto bene, i settori più danneggiati sono olivicoltura, viticoltura e soprattutto l'allevamento. La mancanza di pioggia ha messo in crisi la produzione di foraggio, indispensabile per alimentare gli animali, che è salito notevolmente di prezzo. Ma le complicazioni normative stanno mettendo in ginocchio il complicato territorio ligure.

Il decreto legislativo 102 prevede che, per lo stato di calamità, debba essere danneggiato il 30% della produzione lorda vendibile su un certo territorio - spiega l'assessore - così, quando ad esempio un pascolo si trova vicino a una coltivazione di margherite, se i fiori non subiscono danni salta il riconoscimento. Per questo stiamo lavorando sui singoli fogli delle mappature insieme alle associazioni di categoria". C'è tempo fino a novembre. Per fortuna l'emergenza che dovrebbe essere almeno in parte risolta con le indennità compensative previste dai fondi Psr, sperando che arrivino entro l'anno. 

Difficile dire per quanto tempo potrà continuare così.
L'autunno è iniziato ma i pluviometri sono ancora asciutti. E a soffrire sono sempre loro, i produttori di latte, già fiaccati dalla concorrenza straniera che ha dirottato le multinazionali su alternative low-cost. "Per fortuna abbiamo attivato due filiere. Loro sono uomini e donne molto tenaci", commenta Mai.

La buona notizia è che l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza geografica è appena diventato definitivo. Una battaglia che ha visto la Liguria e lo stesso Mai in prima linea: "È un incentivo, un aiuto nei confronti degli allevatori ma anche degli utenti, che così sapranno esattamente da dove arrivano il latte o i latticini che comprano"