La Rinascente di Genova chiuderà entro novembre 2018. Lo ha comunicato l'azienda ai sindacati e ai lavoratori del punto vendita, destinato a chiudere i battenti. Sono 55 i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro. Il motivo? "La città non è più interessante dal punto di vista commerciale" scrive la proprietà citando poi "il costo fuori mercato dell'affitto, gli scarsi introiti e i costi di gestione".
"Una gravissima perdita per il tessuto commerciale del territorio e per l'intera città di Genova, che vede nuovamente sparire un'importante azienda, presente fin dal 1960, la quale ha scelto di chiudere e spostare il centro dei propri affari in altre città - scrivono Filcams Cgil e Fisascat Cisl - A nulla sono serviti i sacrifici fatti dai lavoratori, in questo lungo periodo che ha visto gli stessi in contratto di solidarietà da 5 anni, con le Rsu e le organizzazioni sindacali coinvolte in un percorso insieme all'azienda di rivalutazione e condivisione di nuove strategie".
I sindacati hanno chiesto un incontro alla proprietà per ripensarci, magari con un'ubicazione più attrattiva. Le segreterie dichiarano che "metteranno in campo tutte le possibili soluzioni atte alla salvaguardia dei livelli occupazionali".
"Ci appare una decisione piuttosto incomprensibile dal momento che Genova è una città in espansione in cui stanno crescendo terziario e turismo. Incontreremo al più presto i vertici dell'azienda per discutere di questa scelta senza senso e lavoreremo per non far perdere questo spazio alla città", ha detto il governatore ligure Giovanni Toti.
"Le serrande dei grandi magazzini rimarranno tutte chiuse se politica e istituzioni non passeranno dalle parole ai fatti". Questo l'appello della Uiltucs della Liguria rivolto a istituzioni, politica e agli "imprenditori lungimiranti e coraggiosi" dopo l'annuncio di Rinascente di voler chiudere lo storico negozio di Piccapietra a Genova.
"Il caso della Rinascente è emblematico, è una tragedia occupazionale annunciata alla quale non si è posto un argine - ha detto Riccardo Serri, segretario generale Uiltucs Liguria - Il nostro sindacato chiede da tempo un confronto serio, sul piano regionale, alle istituzioni e alla politica che nella condivisione delle preoccupazioni sono sempre in prima fila, ma quando si tratta di legare le buone intenzioni a progetti fattivi, giocano a nascondino. Oggi ci sono, domani chissà".
Secondo Serri è necessario "legare le imprese al territorio, attraverso un patto che garantisca occupazione ai lavoratori che si trovano a vivere sulla propria pelle la crisi. Occorrono investimenti mirati e incentivi alle imprese che decidono di capitalizzare le professionalità presenti sul territorio. Per fare questo, e farlo in fretta - conclude Serri - occorre una volontà precisa, direi scientifica, per pianificare il recupero e il rilancio del commercio in Liguria".
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La Rinascente di Genova chiude: vetrine spente a novembre 2018
In ballo 55 posti di lavoro, i sindacati: "Gravissima perdita"
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