cronaca

Il progetto sposato da Civ, Comune e Municipio
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Cancellate il nome 'Giardini di Plastica'. Chiamatelo 'Central Park', se volete. Del resto la targa ufficiale dice 'Baltimora', quindi un po' di America c'è già. Il sogno a stelle e strisce di Genova nasce proprio in quel parco deserto, emblema dell'abbandono urbano e sociale, nascosto tra i giganti di cemento e posto sulle rovine di un quartiere scomparso. Le idee sono confluite in un progetto di massima, ancora aperto a proposte e contributi, ma già promosso dal Civ e appoggiato da Comune e Municipio.

"L'errore urbanistico è stato costruire un giardino tappato alla città. Qui bisogna portare la vita", spiega Susanna Bordone, l'architetto che ha curato il disegno insieme a Stefania Spina, presidente ligure degli architetti paesaggisti. La novità, anticipata da Primocanale a 'Live on the road', ora ha la forma concreta di tavole e rendering che danno un'idea di come sarà la zona in futuro. 

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La prima cosa da fare sarà svelare i giardini ai genovesi. "Vanno resi accessibili, oggi sono praticamente nascosti - spiega Bordoni - per questo abbiamo pensato a un percorso verde che parta da piazza Dante e anticipi il parco". E poi, prosegue Spina, "bisogna ripensare tutte le alberature, creare coni visuali perché l'area sia notata, mettere piante alte che facciano ombra d'estate. Chi non vorrebbe sdraiarsi su un prato per la pausa pranzo o un'area per bambini in pieno centro? La soletta pensile però è da cambiare, non funziona perché non drena".

La Grande Mela, dunque, è il modello da seguire. Ovviamente con le dovute proporzioni. "Io a New York ci sono nata - racconta Bordoni - e questa idea mi affascina davvero. La plastica invece ricorda l'artificio, e purtroppo anche le siringhe di plastica, il dramma della droga vissuto qui da tanti giovani". 

Certo che per ora, tra sporcizia e cattive frequentazioni, sembra tutt'altro che un giardino. La riqualificazione passa per quattro filoni. Primo, il lavoro. L'obiettivo è collocare nuove attività negli uffici al piano terra del 'Centro dei Liguri', ad oggi abbandonati. La Regione avrebbe già dato disponibilità a concederli in comodato d'uso. C'è già chi si è fatto avanti: aule studio dell'Università, un'area co-working, un asilo nido, l'associazione dei carabinieri in pensione, una palestra.

Per gli amanti dello sport ci sarà anche un percorso ginnico (i sentieri del parco misurano quasi un chilometro), mentre è già allo studio l'ipotesi di una parete per arrampicata sfruttando i muraglioni già esistenti sotto via del Colle. Avranno spazio un'area sgambatura per cani e un orto urbano. E poi, tante idee per il turismo e il commercio: un chiosco bar all'americana in un modulo container rimovibile, un punto di sosta attrezzato dentro gli antichi truogoli, un piccolo museo multimediale dedicato a Nicolò Paganini, nato a pochi metri da questa zona. Sarà sempre possibile organizzare concerti "che non disturbino la quiete dei residenti", precisa Bordoni.

Il 'Central Park', per adesso, è poco più di un abbozzo. "Quanto serve per fare tutto questo? Almeno 500 mila euro - confessa l'architetto Bordoni - ma speriamo che i soldi si possano trovare". E, aggiunge Spina, "faremo in modo che la manutenzione sia leggera e poco costosa". Chi volesse contribuire con idee e suggerimenti può contattare il Civ Sarzano o scrivere al Municipio Centro Est che segue l'evoluzione del progetto.