"Ventimiglia confine senza diritti. E' inammissibile il respingimento dei minori migranti, la normativa europea va rispettata e bisogna creare canali sicuri per le persone in fuga". A lanciare l'appello agli Stati Membri dell'Ue sono Oxfam e Diacona Valdese che con 'Open Europe' prestano primo soccorso e assistenza legale a centinaia di migranti, "costretti - dicono - in condizioni disumane".
Open Europe ha portato a conoscenza la testimonianza di un ragazzo di 16 anni fuggito dal Ciad che ha provato "dieci volte a attraversare la frontiera con la Francia nelle ultime settimane: otto volte a piedi e due in treno. Ogni volta la polizia francese - ha raccontato - mi ha fermato e ammanettato. Più volte mi hanno picchiato e ogni volta rimandato a piedi in Italia". Il ragazzo vive nell'accampamento 'informale' del Roja. "Quella di questo ragazzo - è scritto in una nota Open Europe - è solo una delle storie raccolte nelle prime settimane di lavoro dell'unità mobile di Open Europe a Ventimiglia, dove centinaia di migranti, per lo più fuggiti da paesi in guerra (Sudan, Iraq, Afghanistan, Eritrea e altri ancora), si ritrovano a vivere sotto un cavalcavia, lungo il fiume Roja, fuori dal sistema di accoglienza per i richiedenti asilo indipendentemente dalla loro storia, dalla provenienza, dalla loro età". Secondo l'associazione, lungo il Roja vivono oltre duecento migranti, di cui un terzo è minorenne.
Open Europe ha portato a conoscenza la testimonianza di un ragazzo di 16 anni fuggito dal Ciad che ha provato "dieci volte a attraversare la frontiera con la Francia nelle ultime settimane: otto volte a piedi e due in treno. Ogni volta la polizia francese - ha raccontato - mi ha fermato e ammanettato. Più volte mi hanno picchiato e ogni volta rimandato a piedi in Italia". Il ragazzo vive nell'accampamento 'informale' del Roja. "Quella di questo ragazzo - è scritto in una nota Open Europe - è solo una delle storie raccolte nelle prime settimane di lavoro dell'unità mobile di Open Europe a Ventimiglia, dove centinaia di migranti, per lo più fuggiti da paesi in guerra (Sudan, Iraq, Afghanistan, Eritrea e altri ancora), si ritrovano a vivere sotto un cavalcavia, lungo il fiume Roja, fuori dal sistema di accoglienza per i richiedenti asilo indipendentemente dalla loro storia, dalla provenienza, dalla loro età". Secondo l'associazione, lungo il Roja vivono oltre duecento migranti, di cui un terzo è minorenne.
IL COMMENTO
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