cronaca

Le aveva detto che sarebbe partita un'indagine della Polizia Postale
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Voleva mettere da parte qualche soldo per pagarsi gli studi dando ripetizioni e invece si è trovata a fare un versamento di quasi 1900 euro. È successo ad una studentessa spezzina, che per trovare studenti in difficoltà ha pubblicato un annuncio su un noto sito web. A chiamarla, però, è stato un finto avvocato che è riuscito a spacciarsi per il legale del sito e a convincerla che la Polizia Postale avesse aperto un’indagine nei suoi confronti.

In partenza, la storia era anche abbastanza convincente: «Le sarà contestato che, ai sensi della legge e del nostro regolamento, non poteva pubblicare quell’annuncio di lavoro: potrebbe essere l’inizio di guai maggiori se venisse accertato che lei ha effettuato ripetizioni in nero». Di qui il sito si offriva di attivarsi per bloccare l'indagine, ma le chiedeva come cauzione di 1.900 euro, una garanzia per sbrigare le pratiche necessarie.


Spaventata, è caduta nella trappola. Anche il suo fidanzato, infatti, è rimasto impressionato dalla situazione e ha subito effettuato il pagamento di una parte della somma, pronto a farne un secondo per raggiungere l’intera cifra dell’importo. Soltanto dopo essersi confidati con alcuni amici hanno capito di essere stati ingannati. Adesso hanno sporto denuncia in questura, ma sarà difficile risalire all'identità del truffatore. Non bisogna dimenticare che il web, oltre ad essere uno strumento utile, è anche il luogo ideale per questo genere di insidie.