
"Se la trattativa fallisse - spiega - questo probabilmente non comporterebbe un'ulteriore gara ma la chiusura degli stabilimenti visto che la gestione commissariale è finanziata ancora per poche settimane. La chiusura di Ilva costerebbe al governo circa due miliardi per la messa in sicurezza degli impianti e il piano di ambientalizzazione che oggi invece è a cura di Mittal - sottolinea Toti - ma anche la cassa integrazione per quasi 20.000 lavoratori, un po' più di un punto di Pil al nostro Paese e l'uscita dell'Italia dal mercato dell'acciaio, essenziale per la seconda manifattura d'Europa".
Per Toti la speranza è che si tratti di un passaggio brusco di una trattativa che continua. "Rivedere il piano ambientale e migliorarlo ove possibile credo che sia interesse di tutti, compresa Mittal. Fare in modo che l'azienda riparta è interesse di tutti, non sperperare denaro pubblico credo sia interesse del ministro. Se si può migliorare, si migliori ma poi si vada avanti e si chiuda", conclude Toti.
IL COMMENTO
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