
La mediazione politica che ci dovrà essere a Roma se il governo gialloverde del triumvirato Conte-Di Maio-Salvini vorrà andare avanti (e non mi pare esistano dubbi su questo) troverà in Liguria uno snodo strategico. In questa striscia di terra tra mare e montagna, intanto, insistono alcuni dei temi più scottanti e apparentemente divisivi della nuova alleanza di governo: almeno due grandi opere, il Terzo valico e la Gronda, un problema industrial-sociale come l’Ilva, il riconoscimento assoluto del ruolo del porto di Genova.
Aggiungerei la geriatrizzazione del territorio che impone scelte avanzate in campo sanitario e di welfare. Con l’obbligo di ripensare alla rete ospedaliera per esempio, con una facilitazione dell’uso della sanità, dai pronto soccorso agli ambulatori sul territorio. Scelte obbligate e molto difficili. Chi deve farle? Chi farà questa sanità “avanzata” per età e strategie? Il pubblico? Da solo ce la farebbe? O il privato convenzionato? Ma c’è da fidarsi sulla sua missione sociale?
Ebbene la grande mediazione passa per la Liguria e si gioca tra le mani di due personaggi politici: il governatore ligure Giovanni Toti con il suo nuovo movimento pragmatico e il viceministro leghista Edoardo Rixi. Saranno loro a dover provare nuovi metodi per tenere salda una alleanza che, piaccia o no, sta funzionando.
Il vantaggio è di avere il numero 2 del governo, cioè Salvini, a casa, cioè a Recco dove il superleader della Lega va in vacanza e quindi di godere di un contatto in loco diretto e molto utile a non perdere tempo.
Poi i Cinquestelle che, pur svolgendo correttamente il loro programma elettorale, devono cominciare a ragionare su temi aspri con un atteggiamento ormai molto “governativo”.
IL COMMENTO
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