E' arrivato nella tarda serata di martedì il via libera dalle commissioni congiunte Lavori pubblici e Ambiente del Senato sul Decreto Genova. Questa mattina dopo lunga attesa il testo arriva a Palazzo Madama per la lettura e l'approvazione. Oggi intanto Genova torna indietro di tre mesi, con il pensiero rivolto al 14 agosto scorso e ai morti causati dal crollo del viadotto sulla A10. In Valpolcevera esattamente alle ore 11.36, la stessa del disastro, una manifestazione ricorda e rende omaggio alle 43 vittime di quel tragico evento che ha stravolto e cambiato Genova.
E' un iter travagliato quella della misura chiamata a regolare tutta la fase di demolizione e ricostruzione del ponte. Un passaggio, quello nelle commissioni del Senato, che ha visto il governo cadere sull'articolo numero 25, quello del tanto contestato 'condono Ischia'. Alla fine per un voto ha prevalso la minoranza. A votare a favore di un emendamento presentato da Forza Italia il senatore Cinque stelle Gregorio De Falco, astenuta, e decisiva, invece l'altra senatrice del Movimento Paola Nugnes. Il cambiamento del testo però non sembra creare eccessivi problemi al leader dei Pentastellati Luigi Di Maio che al termine dei voti in commissione ha ribadito: "Non è una cosa che mi preoccupa: il decreto sono sicuro che sarà approvato dal Senato della Repubblica in ultima lettura e non ci saranno altre letture". Pensiero condiviso anche dal capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli che ha voluto precisare: "In Aula correggeremo questa spiacevole stortura".
Ma la questione non può passare sottotraccia, il Decreto infatti per essere convertito in legge deve essere approvato con identico testo da parte di entrambe le camere parlamentari. Se la modifica portata avanti in commissione Senato venisse confermata nell'aula di Palazzo Madama il Decreto Genova sarebbe costretto a una nuova lettura alla Camera. Un rischio che il commissario alla ricostruzione Marco Bucci non vuole considerare. Il sindaco infatti corre veloce e ha già pronti i nomi della squadra che lo affiancherà nel delicato ruolo. Già pronte anche le lettere da inviare alle aziende che saranno invitate a partecipare e presentare i progetti per la demolizione di quel che resta di ponte Morandi. La data ics che il commissario ha segnato sull'agenda della città è quella del 15 dicembre. Per quel giorno Bucci vuole che le operazioni di demolizione prendano il via. L'obiettivo è chiaro: fare in modo che Genova abbia nuovamente il suo ponte entro il 2020. Ieri intanto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha ribadito che il provvedimento per il dissequestro della struttura è pronto, un passaggio fondamentale, al pari della conversione in legge del Decreto, senza il quale il lavoro non può iniziare.
Quel che è certo e che dopo tre mesi Genova attende ancora il decreto, un lasso di tempo prolungato che ha visto il testo subire modifiche su modifiche, riscritture di interi articoli e l'inserimento di questioni che nulla hanno a che vedere con l'emergenza che la città affronta da 92 giorni. Dei 46 articoli di cui è composta la misura infatti solo 16 riguardano Genova e il ponte Morandi. Più volte inoltre la commissione bilancio ha evidenziato dubbi per quanto riguarda la piena copertura finanziaria della misura. Anche il comitato sfollati ha manifestato le proprie preoccupazioni sottolineando la presenza di lacune nel testo: "Ad esempio, per quanto riguarda i rimborsi legati agli espropri, non si parla di inquilini o dimoranti ma solo di proprietari e usufruttuari" spiega il comitato stesso.
Le ore e i giorni passano veloci, di mesi ne sono trascorsi tre ma il Decreto Genova ha una scadenza: la data è quella del 27 novembre: per quel giorno la misura deve essere convertita in legge, pena dover ricominciare tutto da capo, circostanza che Genova non può permettersi.
cronaca
A tre mesi dal crollo di ponte Morandi il Decreto Genova arriva in Senato
Il commissario Bucci attende il via libera
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