
La sentenza della Corte d'assise è arrivata dopo oltre cinque ore di Camera di consiglio. Alamia non era in aula. Alla lettura della sentenza erano presenti i genitori della ragazza, Rossano e Tiziana, e i fratelli Kevin e Didier. Alamia è stato assolto dall'accusa di stalking "perché il fatto non sussiste".
"La giustizia ha fatto il suo corso, siamo contenti e soddisfatti. Almeno un po' di giustizia per lei, Janira se lo meritava". Sono le prime parole di Rossano D'Amato e Tiziana Cellerino, genitori di Janira D'Amato, subito dopo la lettura della sentenza che ha condannato all'ergastolo l'omicida della figlia, Alessio Alamia.
"Essere qui ad ogni udienza è stato difficile, ma glielo dovevamo - racconta la mamma - Ci hanno sostenuto tutti: amici, parenti e familiari e i nostri avvocati meravigliosi. Siamo stati seguiti da tutti, anche da persone che non conoscevamo. Ringraziamo tutti". Oggi Alamia non era in aula: "Ce lo aspettavamo, non ci ha disturbato - è il commento del papà di Janira - l'importante è che abbiano fatto giustizia".
"La sua assenza non ha rilevanza ", ha detto la madre. La donna per tutto il tempo della lettura della sentenza ha stretto tra le mani un peluche: "Era di una delle amiche più care di Janira, per lei era un portafortuna e oggi ha voluto che lo tenessi con me: ha funzionato, giustizia è stata fatta".
Secondo il pm Elisa Milocco, la condotta del giovane nei giorni precedenti l'omicidio era stata persecutoria con centinaia di telefonate e pressanti richieste di incontro. Alamia convinse l'ex fidanzata (che lo aveva lasciato da poco) a raggiungerlo a casa per riconsegnarle alcuni effetti personali e lì l'aveva colpita con 49 coltellate. Aveva lasciato coltelli in tutte le stanze. Nei giorni precedenti l'omicida aveva cercato con il cellulare "come uccidere persone senza lasciare traccia", un particolare che secondo l'accusa dimostrava la premeditazione.
Il legale del ragazzo ha annunciato l'intenzione di ricorrere all'appello.
IL COMMENTO
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