cronaca

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Sconvolti, amareggiati, delusi. Sono queste le reazioni di chi aprendo il giornale questa mattina ha scoperto che non ci sarebbe stata nessuna esenzione fiscale come aveva promesso il Governo. Con il decreto semplificazione, infatti, è stato stabilito che non ci sarà alcuna sospensione dalle tasse per chi è stato colpito direttamente o indirettamente dal crollo del ponte Morandi. "Forse non abbiamo fatto sentire abbastanza la nostra voce e non abbiamo fatto capire la tragica situazione di emergenza in cui ci troviamo. Qui le micro aziende del territorio stanno chiudendo e le poche che sono rimaste aperte è soltanto grazie ai contributi che hanno ricevuto", a esprimere il disappunto di tutti è Pino Pace, vicepresidente del Civ Vivi Certosa. "Ci siamo rimboccati le maniche con la speranza di ricevere un aiuto da parte del Governo. Noi abbiamo bisogno di tempi diversi rispetto a quelli della burocrazia, immediati. Io stesso da ieri ho un dipendente in meno, perché non posso permettermi due impiegati. A fine mese devo pagare le fatture, il 10 febbraio gli stipendi, il 16 i contributi".

Una notizia davvero inaspettata che nei prossimi giorni verrà sicuramente discussa con la struttura commissariale e poi con il governo. Intanto i commercianti cercheranno di fare punto insieme mercoledì sera in un incontro organizzato al mercato di Certosa.

"Abbiamo cercato di collaborare sempre in sincronia con le istituzioni, soprattutto quelle locali, ma forse dovevamo essere più critici. Tra l'altro, sui giornali si parla di proroga della sospensione, ma nel decreto si è sempre parlato di esenzione, che è una cosa ben diversa", puntualizza Pace.