
Le istituzioni locali e il ministero - riferiscono i sindacalisti - hanno chiesto, con le organizzazioni sindacali, il ritiro della procedura. La delegazione aziendale, pur confermando l'operazione, si e' impegnata a trasferire la richiesta al gruppo e ha informato che la procedura non si concludera' comunque prima della fine di maggio (anziche' il 4 maggio).
"Nel confermare tutta la contrarieta' ad una scelta che rischia di indebolire il sito in modo definitivo", la Fiom ribadisce che il problema principale risiede nell'assenza di un piano industriale per il consolidamento ed il rilancio del sito: "Non c'e' alcuna traccia della volonta' di portare a Vado Ligure le locomotive DC3 per il mercato estero europeo, condizione che portera' la fabbrica ad essere senza carichi di lavoro a fine estate. Al tempo stesso si e' sempre in attesa della
formalizzazione del contratto per la produzione di 14 treni per Trenitalia per l'Alta Velocita', cosa che porterebbe due anni di lavoro al sito. Nessuna novita' neppure sul fronte della collaborazione con Hitachi (strategica per Bombardier) per la
produzione dei treni a potenza distribuita destinati al trasporto regionale, situazione per la quale si e' ancora fermi alla lettera di intenti a cui non si e' piu' dato seguito".
La Fiom ha chiesto al Mise di" mettere Bombardier di fronte al fatto che per Vado deve essere fatta una scelta chiara" e "se Bombardier non garantisce piu' il sito produttivo, occorre allora lavorare ad un piano B verificando la disponibilita' da
parte di altri gruppi a rilevare lo stabilimento".
Il tavolo sara' riconvocato entro la fine della terza settimana di maggio. Nel frattempo i sindacati decideranno con i lavoratori le iniziative di mobilitazione da mettere in campo.
IL COMMENTO
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