politica

La crisi
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Arriva il giorno della resa dei conti su Siri nel governo. Domani il presidente del Consiglio Giuseppe Conte proporrà la revoca nel Cdm, a meno che il sottosegretario leghista non si dimetta prima. 'La Lega non arrivi alla conta, è l'ultimo appello', dice il vicepremier Luigi Di Maio.

L'altro vicepremier Matteo Salvini fa sapere che, se ci sarà voto, si opporrà alla revoca, ma che poi si andrà avanti. Anche se la 'spaccatura con i 5S è evidente, non solo su Siri'.

Il governo non cade per il caso Siri, 'semmai per l'eventuale blocco dei cantieri di Genova, Milano, Palermo o se il M5s non ci fa ultimare le opere', spiega il viceministro Rixi.

"Uno dei temi che bisogna affrontare al Governo è che l'Italia non può più perdere tempo nella realizzazione delle infrastrutture - ha ribadito il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi - "Tutto ciò che va a semplificare la realizzazione delle opere deve essere portato avanti, tutto ciò che non fa questo non si può fare, noi abbiamo già un sistema di imprese edili che da vent'anni perde sangue".

Intanto sul caso Siri, i pm di Roma interrogano l'imprenditore Paolo Arata, indagato per corruzione per aver 'promesso o dato' a Siri 30mila euro per emendamenti sugli incentivi per il mini-eolico.