cronaca

1 minuto e 41 secondi di lettura
“Dovete chiudere immediatamente” si sono visti recapitare via Pec, posta certificata, dal Comune di Lavagna, tre stabilimenti balneari su venti, nella costa del Tigullio, per alcune irregolarità “e ci risulta che stia per arrivare lo stesso provvedimento ad altri dieci stabilimenti balneari” racconta a Livel in the road Paolo Ferraresi, presidente di Assobalneari del Tigullio e titolare dei bagni Tiffany.


Al centro della faccenda, come anticipato qualche mese fa da Primocanale, ci sono alcune irregolarità urbanistiche e paesaggistiche degli stabilimenti balneari: “Nel luglio scorso i commissari ci dissero che sarebbe stato necessario regolarizzare le nostre posizioni - spiega Ferraresi - e noi a settembre, finita la stagione , abbiamo iniziato un iter che però ha tempi lunghi, che non si sono ancora conclusi, quindi quando è stato il momento di aprire ci hanno negato la possibilità. Comminando anche una multa da 3mila euro visto che i vigili hanno trovato gente a prendere il sole bei lettini: ma se io chiudo lo stabilimento e gli ombrelloni e una persona vuole coricarsi non la posso allontanare a calci... Per fortuna che il Tar, a cui abbiamo presentato ricorso, ci ha dato ragione dicendo che la “pena”, cioè la chiusura, era sproporzionata rispetto alle irregolarità, e quindi siamo aperti” chiude Ferraresi “fino almeno al 17 luglio”.


“Non c’è nessuna fiera con gli stabilimenti balneari. Purtroppo i tempi delle autorizzazioni sono lunghi, visto che coinvolgono diversi enti - ribatte il neo sindaco di Lavagna, Gian Alberto Mangiante - ma ora agiamo dato mandato agli uffici tecnici di velocizzare il più possibile in modo che si possano chiudere le autorizzazioni in tempo per lo scadere delle Scia, cioè le pratiche di inizio attività”. Mangiante ci tiene a specificare che “siamo vicini ai balneari perché sono il cuore della nostra accoglienza turistica estiva. Questa situazione che si è creata e ce la siamo trovata. Sulla multa non possiamo farci nulla”.