
Al tavolo Toti sosterrà che si è perso troppo tempo, dunque il timing deve essere serrato. Le proposte per quella che lui stesso ha definito "rivoluzione d'ottobre del partito" sono state limate in questi giorni da Toti con i principali sostenitori della sua linea, molti dei quali non hanno esitato a sostenerlo sabato scorso al teatro Brancaccio. Sul modello di quanto già sperimentato dal Partito Democratico, nell'idea del coordinatore nazionale 'azzurro', alle primarie dovrebbero poter partecipare sia gli iscritti a Forza Italia sia coloro che sottoscriveranno un impegno di voto futuro. Analoga apertura anche per le candidature a tutti i ruoli dirigenziali.
A eccezione di Berlusconi, chiunque oggi ricopra un incarico di partito dovrebbe dimettersi. Lo stesso Toti è pronto a dimettersi dal nuovo ruolo di coordinatore nazionale nel momento in cui ufficializzerà la propria candidatura a segretario nazionale del partito, forte dei sondaggi che lo darebbero oltre il 40% delle preferenze. Tutte le poltrone, locali e nazionali, dovrebbero essere riassegnate con voti, senza deleghe, in congressi da svolgere in contemporanea per tutti i livelli, comunali, provinciali, regionali e nazionale, eventualmente fissando date separate per gruppi di Regioni, come succede nelle primarie statunitensi. Nel Toti-pensiero, potranno proporsi sia dirigenti interni di Forza Italia che esponenti della società civile che condividano le linee guida della carta dei valori.
IL COMMENTO
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