cronaca

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Che si tratti di un impegno di lavoro o delle agognate ferie, chi ha deciso di mettersi in viaggio nella settimana dal 22 al 26 luglio è più sfortunato di Fantozzi. Prima il caos di lunedì, dove i treni sulla linea Firenze - Roma sono andati in tilt a causa di un incendio doloso. Poi lo sciopero nazionale di tutti i trasporti di oggi, dai taxi ai treni agli autobus. E infine venerdì voli cancellati o in ritardo per lo sciopero di Alitalia e del personale Enav. Chiamatela legge di Murphy, chiamatela #maiunagioia, ma è risaputo che le sfortune non vengono mai da sole.

Ecco, poniamo che abbiate prenotato un volo e che a due giorni dalla partenza, alle 21 ti arrivi un messaggino o una mail da Alitalia dove ti avvertono che il volo è stato cancellato. Da lì parte l'odissea. Se non sapete cosa fare in questi casi, lo potete scoprire comodamente dopo una mezz'ora passata a studiare nei minimi dettagli tutto il sito della compagnia: l'unica soluzione è chiamare il call center al numero verde gratuito o a quello a pagamento, che per l'occasione non fa pagare "l'attesa", ma solo lo scatto alla risposta. Un'attesa che richiede almeno un'ora di pazienza, passata tra vani tentativi di prendere la linea, musichette, centralini, "la preghiamo di attendere, i nostri operatori sono tutti impegnati al momento".

E non pensate che recarvi direttamente all'aeroporto possa essere una soluzione valida: la biglietteria deve dare la precedenza a chi è in partenza. Soltanto dopo aver aspettato che tutti i passeggeri siano ormai a bordo del proprio aereo (o già arrivati a destinazione) scoprirete che loro non possono farci nulla, bisogna mettersi in contatto con Alitalia. Sì, restando in attesa con il numero verde. Sì, tra musichette e centralini. E, quando dopo un'ora di telefonata e il cellulare ormai incandescente sentirete una voce dall'altro capo del filo, vi sembrerà un miraggio. Da lì potrete avere tutte le informazioni su come cambiare orario del volo o, se avete scelto di raggiungere la meta in un altro modo, assicurarvi che non vi cancellino il biglietto del ritorno. Di rimborsi, "se ne parla la settimana prossima".

Ovviamente, lo sciopero indetto dai sindacati ha un obiettivo chiaro e importante: aprire un tavolo serio col governo su alcuni temi tra questi il futuro delle infrastrutture, i diritti dei lavoratori e la sicurezza sui luoghi di lavoro. In questi casi, però, le aziende dovrebbero attrezzarsi e gestire meglio le situazioni, altrimenti sono poi solo gli utenti a rimetterci soldi, tempo, stress, subendo i disagi e rischiando di non venire neppure rimborsati. È impensabile dover perdere delle ore per un servizio che si è già pagato. Ma adesso la mattinata è volata ed è tempo di tornare al lavoro. Rigorosamente a piedi, perché c'è sciopero degli autobus.