Il governo giallorosso è ormai realtà, ma le strade di Partito democratico e Movimento 5 Stelle sembrano destinate a correre parallele, senza incontrarsi. Non nel breve periodo, almeno: l'idea di Dario Franceschini, benedetta anche dal segretario dem Nicola Zingaretti, di stringere alleanze con i pentastellati su base regionale viene respinta da una parte del Pd e dal Movimento 5 Stelle che la definisce una ipotesi "non all'ordine del giorno".
In Liguria l'assist Franceschini-Zingaretti viene subito raccolto da Giovanni Lunardon. Il capogruppo dem in Regione prende la palla al balzo e conferma l'ipotesi di 'convergenze parallele' in vista delle elezioni regionali della primavera 2020. "Noi lavoriamo innanzitutto per riunire il centrosinistra e costruire un nuovo centrosinistra, con una forte impronta civica. Era il nostro punto di partenza prima, lo rimane anche ora. Visto il nuovo contesto nazionale, non ci sottrarremo a un confronto sui contenuti con i Cinque stelle. Ma sappiamo che non ha un esito scontato", sottolinea Lunardon. La convivenza Pd-M5s grazie a "un accordo politico di legislatura che ci sia la volontà di valutare territorio per territorio, con ampia autonomia locale, se ci sono le condizioni per un accordo, mi sembra un percorso giusto", ha puntualizzato il capogruppo Pd.
Ma dall'altra parte della barricata non sembrano esserci grandi aperture, almeno per il momento. "Il M5s senza dubbio non fa alleanze elettorali con altri partiti, con i professionisti della politica, resta un punto fermo. Quando si parla di un confronto sui temi per trovare soluzioni per la collettivita' invece siamo stati sempre disponibili", ha replicato a stretto giro la capogruppo M5s in Consiglio regionale Alice Salvatore. "Parlare di alleanze con i partiti oggi e' una visione da perdenti, noi contiamo di presentare un programma che convinca l'elettorato e vincere. Nel caso della Liguria la legge elettorale ha un premio maggioritario che consente a una sola lista di governare", ha concluso Salvatore.
L'operazione potrebbe far comodo a entrambe le forze. Al M5s che in Liguria non ha mai brillato alle urne su base locale. Al Partito Democratico che sente la possibilità di partire quantomeno alla pari con lo schieramento di centrodestra schierato a sostegno di Giovanni Toti. Se non addirittura in vantaggio qualora Forza Italia dovesse provocare una frattura. "Bisogna rispettare le realtà locali, ma se governiamo su un programma chiaro l'Italia, perché non provare anche nelle regioni ad aprire un processo per rinnovare e cambiare?". Parole con cui Zingaretti butta la palla dall'altra parte della barricata cercando un dialogo che parta dal vertice nazionale.
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Regionali 2020, il Pd bussa alla porta del M5s: Lunardon apre ma Salvatore chiude
Ipotesi lanciata dal tandem Franceschini-Zingaretti
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