Le opposizioni consiliari hanno presentato 4 proposte per dire no al progetto per la trasformazione della centrale Enel della Spezia da carbone a turbogas. Mentre la città attendeva la dismissione della centrale e conseguente bonifica dell’area, Enel ha presentato, per l’impianto spezzino, il progetto di riconversione della centrale per il passaggio da una centrale a carbone ad una a turbogas.
Era stata presentata una proposta di variante al PUC, sempre da parte dell’opposizione, per impedire la realizzazione di “impianti insalubri di prima classe, compresa la produzione di energia da combustibili fossili”. Ed è proprio la minoranza che incalza l’amministrazione Peracchini sul tema rea, secondo l’opposizione, di non prendere le redini della situazione, chiedendo di creare una delegazione per incontrare il Governo e avviare un’indagine sanitaria per comprendere quali siano stati gli effetti della centrale a carbone sulla salute dei cittadini e sulla città.
In risposta alle opposizioni il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini dichiara: “E’ già in calendario una variante al Pur che vincola Enel in modo molto concreto. La variante fondamentale costringe Enel a concordare con il Comune la destinazione delle aree e che la vincola ad utilizzarle senza la presenza di combustibili fossili: finalmente uno stop serio al carbone dopo cinquant’anni di chiacchiere”.
“Ho scritto ai ministri competenti in materia, Ministro dell’Ambiente Costa e il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli, entrambi in quota Cinque Stelle, a visitare l’area Enel alla Spezia insieme all’amministrazione e a tutto il Consiglio Comunale aprendo un tavolo di confronto” prosegue il sindaco della Spezia.
“Il 18 settembre sarò a Roma alla Conferenza dei Servizi e mi auguro che in quella sede il nuovo Governo giallo-rosso confermi la cessazione dell’uso del carbone della centrale spezzina al 31 dicembre 2020. Se le opposizioni spezzine, che a Roma sorreggono l’attuale Governo, vogliono unirsi per fare pressione comune sui Ministeri sono i benvenuti".
"Il bene comune non dovrebbe conoscere bandiere di partito.Questo è un momento delicato e non possiamo permetterci di sognare: la realtà ci chiama per dire no al carbone. Una partita che possiamo vincere se la giochiamo tutti insieme” conclude Peracchini.
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