Leggo tante, tantissime posizioni sulla Gronda di Genova. C’è la ministra Paola De Micheli, che ritengo farebbe bene a meditare prima di affermare di essere ormai vicini ad accordi sulla Gronda. C’è il Movimento 5 stelle, dal sottosegretario Roberto Traversi al tesoriere pentastellato Sergio Battelli che immediatamente rintuzzano la ministra. C’è chi dice che la Gronda sia il futuro per il porto, e chi afferma che solo tale opera possa dare sviluppo a Genova.
Se il futuro della città fosse legato a tale opera la nostra generazione sarebbe estinta prima di vederne i ritorni, ammesso che ci saranno. Certo, dobbiamo programmare opere anche per i nostri figli e nipoti cercando di capire se fra 20 anni ancora il trasporto su gomma sarà prioritario. Ma mi domando perché nessuno si applichi invece su cosa accadrà il giorno dopo l’inaugurazione del Ponte per Genova che, secondo quanto annunciato dal sindaco Bucci, sarà realizzato entro la prossima primavera.
L’ho già scritto una volta, ma lo riscriverò periodicamente. E’ la mia visione del futuro reale della città: pragmatico, concreto, che toccheremo con mano entro 8 mesi. Come sarà il traffico sull’ex Ponte Morandi? Torneremo al 13 agosto 2018 o le nuove strade ben ‘inventate’ proprio da Bucci e Toti per l’emergenza saranno capaci di assorbire il traffico da ponente verso levante? Cosa accadrà tra Voltri e Sampierdarena? Cosa accadrà all’uscita di Genova Aeroporto, magari con un aumento di veicoli diretti a Erzelli? Si aprirà velocemente il famoso varco a ponente per il porto che potrebbe risolvere altri fondamentali problemi? Come si decide di affrontare il problema ben noto della mancanza di rispetto delle norme di sicurezza europea sulla autostrada tra Voltri e Genova?
Si permetterà o si vieterà il transito ai veicoli pesanti che vogliono solo attraversare Genova dirottandoli sulla A26 come avviene oggi, togliendo così un 30% di traffico pesante dalla congestionata arteria autostradale genovese? Come verrà regolamentato il traffico di mezzi pesanti che trasportano materiale ad alto rischio in un tratto fuori da normative di sicurezza europee e senza corsie di emergenza? Perché nessuno dà risposte a questi quesiti, magari condividendo pure qualche soluzione proposta, e invece parla solo di come si deve fare la Gronda? Interessa solo aprire cantieri che – quasi certamente – non finiranno mai piuttosto che guardare a come risolvere problemi reali che dovremo affrontare tra poco meno di 8 mesi?
E c’è ovviamente il tema infine di Autostrade: avrà ancora la concessione o le sarà tolta solo in Liguria? Ma a quali condizioni, quanto costerà ad Autostrade e non ai cittadini la revoca della concessione? Bisogna essere certi certo che togliere la concessione di un’autostrada sgangherata come quella ligure non sia un regalo ad Autostrade. Anzi, deve essere applicata nel caso una pesantissima penale per non aver svolto lavori di adeguamento, specie sulla sicurezza del bene che aveva in concessione, e su cui ha guadagnato miliardi alle spalle degli utenti facendosi pagare pedaggi folli per un’autostrada che è già difficile definire tale.
Su questo tema ha ragione l’ex vice ministro Edoardo Rixi: non bisogna trasformare la revoca in un regalo ad Autostrade. Ricordo comunque a tutti che la Gronda non è già del tutto pagata, anzi. Autostrade annualmente addebita con aumento del pedaggio, su tutto il territorio italiano, gli aumenti tariffari in base ai lavori svolti per la Gronda. Bisogna conoscere i meccanismi per parlarne mentre molto stanno parlando a vanvera.
Certo è che bisogna avere un piano chiaro su tutto l’adeguamento del sistema autostradale ligure anche per i tratti di competenza di Autostrada dei Fiori (tra Savona e Ventimiglia) sempre con lavori in corso e carissima, la Salt (la più cara del Paese, da Sestri Levante a Sarzana) e tutto quanto in concessione ad Aspi tra Savona e Sestri Levante oltre alla parte di competenza della Genova-Milano. È materia complessa, e le dichiarazioni semplicistiche di uno e dell’altro sono solo slogan. E’ secondo me solo una battaglia ideologica e politica che però non porterà nulla di concreto, comunque vada, alla vita di noi cittadini per decenni. A meno che non iniziamo invece a guardare a brevissimo come dovremo affrontare la nuova viabilità dopo l’apertura del Ponte per Genova. Mi auguro che qualcuno decida di scriverci qualcosa di concreto in merito a questa visione. E della Gronda se ne discuta pure… tanto non ne vedremo mai la fine, in ogni caso.
porti e logistica
Gronda o non gronda, non è questo il problema
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