cronaca

La procura aveva chiesto cinque arresti in carcere, uno ai domiciliari e cinque interdizioni.
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I giudici del tribunale del Riesame di Genova si sono riservati di decidere sull'appello della procura contro la decisione del gip che aveva negato 11 misure cautelari per tecnici ed ex dirigenti Spea indagati nell'inchiesta sui falsi report nata da una costola della indagine madre sul crollo del ponte Morandi. Tra questi l'ex amministratore delegato Antonino Galatà, il cui nome era già stato reso noto, e tecnici e dirigenti Spea, la società che si occupa delle manutenzioni e ispezioni per Autostrade.


La procura aveva chiesto cinque arresti in carcere e uno ai domiciliari, e cinque interdizioni. All'udienza di oggi il pm ha chiesto l'interdizione per tutti e 11. I fatti contestati riguardano le mancate ispezioni nei cassoni, a partire dal 2013, dei viadotti Bisagno e Veilino (entrambi in A12). La procura aveva chiesto l'applicazione di misure cautelari per due volte ma il gip aveva respinto.


Secondo l'accusa, sarebbero state attestate falsamente attività di controlli, nelle relazioni semestrali, e di accertamento dello stato di conservazione senza in realta' avere mai fatto le ispezioni all'interno. Per la procura, il 'voto' dato ai viadotti sarebbe stato formulato in base a una verifica in realta' inesistente. Alcuni di loro erano gia' sotto accusa sia per il crollo del ponte che per i falsi report.