"Andiamo sempre più verso una terapia specifica ritagliata sul paziente" Antonia Cagnetta, ematologa del policlinico San Martino di Genova da tempo studia il mieloma multiplo nel tentativo di trovare un modo per bloccare o quantomeno ridurre la diffusione della malattia e cercare cure sempre più efficaci.
"Per quanto riguarda il mieloma multiplo possiamo dire che negli ultimi dieci anni la sua storia è completamente cambiata, la speranza di vita è più che raddoppiata, le terapia sono sempre più specifiche e hanno ridotto gli effetti collaterali, andiamo verso una terapia concentrata sullo specifico e sul singolo paziente che gli permette di vivere meglio e di più" spiega ancora la dottoressa.
In 4,8mila piazze italiane, il 6, 7 e 8 dicembre tornano le stelle di natale dell'Ail, l'Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma. Quest'anno l'evento, posto sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica, si svolge in concomitanza con i 50 anni di attività dell'associazione. L'appuntamento con la solidarietà, alla sua 31ma edizione, è realizzato grazie all'impegno di 20mila volontari che offrono la classica pianta natalizia a chi verserà un contributo minimo associativo di 12 euro.
"Abbiamo messo su nel tempo grazie all'Ail un laboratorio specifico che ci permette di fare ricerca - spiega ancora Cagnetta - con macchinari, tecnologie e un team di giovani ricercatori. La ricerca è fatta da tecnologia, da menti umane e da risorse economiche che non sempre lo Stato e il ministero della Salute sono in grado di garantire, per questo il ruolo di queste associazioni è importantissimo. Siamo in gradi di poter fare a Genova una ricerca competitiva".
In riferimento al mieloma multiplo l'obiettivo che i ricercatori perseguono è chiaro e a spiegarlo è la stessa ricercatrice: "Il focus è capire qual è il meccanismo che scatta a un certo punto, parliamo dei geni che regolano il moltiplicarsi delle cellule, in queste quando si copiano per proliferare avviene un errore che non viene riparato. L'obiettivo è capire qual è quell'errore e cercare di mettere rimedio. Si può fare in due modi: o sul gene modificandolo o agendo direttamente sugli effetti che la trasformazione di questo provoca. E' importante sottolineare come non in tutti i pazienti salta lo stesso gene, il risultato è lo stesso ma il meccanismo è diverso" precisa Cagnetta.
La ricerca, in questo campo come in qualsiasi altro, è un fattore fondamentale per permettere sviluppo e un miglioramento della qualità di vita e nel caso della sanità contribuisce ancor di più e in modo determinante. "La mia passione per la mia ricerca è nata per due motivi, da una parte i colleghi e in secondo luogo i maestri che ho incontrato. Faccio un invito a tutti: non pensate che sia troppo tardi. Andare all'estero significa andare ad acquisire competenze, apre la mente e poi si può tornare e portare le competenze acquisite. C'è sempre da imparare, fuori dall'Europa la ricerca ha raggiunto dei livelli molto alti, pensiamo agli Stati Uniti. In tema di ematologia in Italia siamo molto avanti, siamo in grado di pubblicare lavori su riviste di impatto internazionale. L'ematologia italiana fa scuola in Europa e nel mondo" conclude.
salute e medicina
Lotta al mieloma: la ricercatrice: "Terapie sempre più ritagliate sul paziente"
Nel weekend tornano le stelle di Natale Ail
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