Cronaca

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Questa la lettera di un telespettatore di Primocanale che parla della notte bianca. Ci è arrivata stamani per e-mail e la pubblichiamo volentieri, così come l'abbiamo ricevuta, perchè crediamo che interpreti il pensiero di molti. "Buongiorno, da cittadino di questa strana e contorta città sento il bisogno di dover scrivere qualcosa della notte che è appena passata...è come se sentissi il bisogno di esternare l'amore per una città che troppe volte sembra tradirci, di una città che troppe volte non sentiamo nostra, che troppe volte non viviamo. Ieri ho camminato in vicoli che nella mia vita avrò frequentato si e no un paio di volte e non perché sia un vecchio (ho solo 25 anni) o abbia chissà che paure...è che in questa città è più facile lamentarsi dicendo che è una città morta anziché uscire dalle solite abitudini, uscire dai soliti posti...già...problema del genovese...chiuso in se stesso, tra i suoi amici, i suoi locali...ma questa è un'altra storia.... Nella notte che è appena passata, questa città, la sua gente ha dimostrato che c'è...che ha voglia di riprendersela questa città...di viverla...non vi nascondo che fino a ieri mattina avevo paura...paura che noi genovesi riuscissimo a rovinare una iniziativa che poteva essere una occasione per dimostrare che stiamo cambiando, che tutti stiamo crescendo, ci stiamo aprendo al mondo...già...noi città di mare, di porto...sempre cosi chiusa.... Sono convinto che molti genovesi, questa mattina, quando hanno aperto gli occhi, si sono sentiti fieri di questa città...perchè, come me, come voi, la amano... Quindi... GRAZIE GENOVA. ...e speriamo che questo sia solo l'inizio... FILIPPO