cronaca

Dopo le presunte offese a una donna che ha lanciato un hashtag
1 minuto e 19 secondi di lettura
Il 6 febbraio fa aveva raccontato sui social che a Genova "un operatore su una camionetta dell'Amiu della spazzatura" le aveva gridato contro un pesante insulto sessista, suscitando parecchia indignazione, con oltre 5.500 condivisioni del suo post su Facebook. Ora la municipalizzata annuncia in una nota che dopo "approfondita indagine" non sono emerse "responsabilità e coinvolgimento né del personale Amiu, né delle cooperative che svolgono, con loro mezzi e operatori, compiti legati al ciclo della raccolta differenziata" e contrattacca definendo "del tutto inappropriata" la campagna mediatica della vittima, Valentina Sorrentino, con la creazione dell'hashtag '#MolestiaAmiu'.

"Puntare il dito contro un'azienda di oltre 1.500 persone che ogni giorno lavorano per il bene comune, generalizzando un'accusa ancora da verificare, è un atto inaccettabile, lesivo dell'immagine e della reputazione di Amiu, delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori" scrive l'azienda. Sorrentino si è scusata in un nuovo post spiegando che non era sua intenzione "accusare l'azienda, ma i due uomini" e ha annunciato l'eliminazione dell'hashtag.

"Io speravo e spero ancora di trovare nell'azienda un alleato per scoprire l'identità dei due uomini, quindi se volessero contattarmi per aiutarli continuo ad essere disponibile", ha replicato però. "Se è stata interpretata come un'accusa generalizzata all'azienda, confermo che non era ovviamente quello lo scopo! In quanto all'accaduto invece non posso ritrarre nulla perché quello che mi è successo non può essere cancellato e non mi si può trasformare in colpevole per aver raccontato quanto accaduto!", ha concluso la donna.